E sì, commenta Giorgia, «proprio un 2023 eccezionale». Ecco infatti, fruscianti, i soldi europei. Incassata giovedì la quarta tranche del Pnrr, partita a tempo di record la procedura per la quinta: abbiamo in tasca sui cento miliardi, più della metà del finanziamento complessivo, e altri 10,6 arriveranno «presto». Dal fondo del suo letto, gli otoliti sotto controllo, bloccata da un collare cervicale, la Meloni ritrova la voce perché i numeri cominciano a girare per il verso giusto. «Siamo molto soddisfatti e molto determinati a proseguire il nostro lavoro per l'Italia anche nei prossimi mesi. La richiesta di pagamento oggi della quinta rata, che segue il versamento della quarta, e l'entrata in vigore del nuovo Piano chiudono un anno di grande impegno e di risultati straordinari del governo nell'attuazione del Pnrr». La premier, in convalescenza per un paio di giorni, si mette così alle spalle le vertigini e le polemiche sulla Finanziaria e sul doppio rinvio della conferenza stampa di fine anno. Appuntamento al 4 gennaio, intanto Palazzo Chigi ha fatto già partire i documenti per Bruxelles. Nella richiesta inviata alla Commissione europea figurano 52 obbiettivi, con «importanti investimenti nei comparti dell'agricoltura», dall'irrigazione alle condotte, dalla depurazione delle acque alla riduzione delle perdite di rete e alla valorizzazione dei rifiuti. Altro capitolo chiave il trasporto pubblico. Parco autobus, elettrificazione di treni al sud, metro, alta velocità sulla tratta Salerno-Reggio Calabria. Poi la cultura, la sanità, la digitalizzazione, i nuovi palazzi di giustizia. C'è un po' di tutto. Insomma, secondo il governo, ci stiamo muovendo bene e la Ue apprezza. E paga. «In tema di riforme - si legge in una nota - sono stati raggiunti importanti traguardi, come la piena operatività del sistema nazionale di e-procurement per l'ottenimento di beni e servizi, l'entrata in vigore delle misure sulla concorrenza e sul quadro degli appalti». Perciò, «in linea con le precedenti richieste», Palazzo Chigi aspetta il versamento «nei prossimi mesi», al termine delle procedure di valutazione dei commissari.
Siamo il primo Paese a chiedere la quinta rata. «E siamo in anticipo sui tempi rispetto a tutti gli Stati membri - dice Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei - Questo è un ulteriore successo dell'esecutivo Meloni». Con Bruxelles, spiega, nessuna nuvola, niente scontri, soltanto una normale trattativa. «È il frutto di un grande lavoro di squadra e di un dialogo costante e positivo con la Commissione. Ora sappiamo che i controlli saranno giustamente rigorosi, però da parte nostra siamo fiduciosi».
Il premier affida ai social il suo messaggio dopo l'ok definitivo alla manovra. «Ringrazio a nome mio e del Governo i parlamentari di maggioranza di Senato e Camera per il sostegno e la compattezza dimostrati. Un segnale positivo per una Manovra importante, che mette al centro le famiglie, il lavoro e le imprese. In linea con i principi che guidano la nostra azione e con il programma che gli italiani hanno votato.
Questa volta la Manovra viene approvata senza il voto di fiducia. Ringrazio per questo anche le opposizioni che, pur nel forte contrasto sui temi, hanno contribuito allo svolgimento del dibattito. E ora - conclude la Maloni - avanti con determinazione, coraggio e responsabilità»
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