Non basterà una nave, la Gnv «Azzurra» che ha già fatto la spola da Lampedusa per trasbordare 300 migranti tunisini che devono sottoporsi alla quarantena. Non basterà neanche la seconda, per cui è appena stato pubblicato un nuovo bando dal ministero dell'Interno, da collocare in rada davanti alle coste meridionali della Calabria. Lo stesso Viminale ora ha dovuto prevedere una tendopoli per affrontare il picco di sbarchi dalla Tunisia e gestire gli arrivi con le misure anti-Covid19.
Finora la distribuzione dei migranti sbarcati a Lampedusa nei vari centri di accoglienza per fare la quarantena è stata un fallimento: fughe continue, tensioni sociali con gli abitanti, sindaci soli e preoccupati. E anche dalla tendopoli che era stata allestita a Porto Empedocle ci sono state gravi criticità, con le fughe più numerose. Il ministro Luciana Lamorgese punta a un alleggerimento delle presenze con una ripresa efficace dei rimpatri verso Tunisi attraverso due voli charter a settimana da 40 persone l'uno, come già stabilito dagli accordi bilaterali pre Covid siglati con il Paese nordafricano.
Ma per fronteggiate i numeri crescenti degli sbarchi - 7.068 persone sono arrivate solo nel mese di luglio - ha individuato anche due siti per allestire due tendopoli che ospitino i migranti in quarantena. Una a Vizzini, nel catanese, in un ex deposito dell'Aeronautica già in fase di preparazione da parte della Croce Rossa. Stamattina ci sarà un sit in di protesta della Lega: «In una terra dove i servizi e le infrastrutture per i siciliani vanno a rilento è davvero paradossale che una mega tendopoli per migranti venga messa in piedi in pochissimi giorni. Ci stanno rifilando la nuova edizione del Cara di Mineo con contorno di virus», attacca il segretario regionale Stefano Candiani. La seconda nel centro Italia, in una località che non è stata ancora resa nota per non innescare tensioni. Quel che è certo è che dovrebbe essere lontana dagli abitati e con una vigilanza rafforzata da parte delle forze dell'ordine in modo da garantire che l'isolamento sia rispettato. Ieri l'azienda sanitaria di Lecce ha fatto sapere che sono otto i migranti trovati postivi al Covid, e che tutti erano arrivati nel Salento a bordo di barchini. Le persone sono state già messe in isolamento. E ieri in Question Time alla Camera il ministro Federico D'Incà ha assicurato che «sono stati rafforzati i presidi di vigilanza delle strutture con militari e rinforzi di Polizia».
Le frizioni sulla gestione dell'emergenza immigrazione attraversano anche la maggioranza di governo. Tanto che ieri è stato necessario un chiarimento del segretario del Pd Nicola Zingaretti, dopo le insistenti voci di una sua presunta richiesta di rimpasto con nel mirino proprio la ministra Lamorgese. C'è stata una «lunga e cordiale telefonata» tra i due, fa sapere il Pd, in cui il segretario «ha voluto ribadire alla ministra l'appoggio, smentendo qualsiasi iniziativa o interessamento di Zingaretti per rimpasti o incarichi di governo». Un'ipotesi definita impraticabile da alcuni esponenti dem, per il profilo super partes dell'ex prefetto, scelta proprio perché estranea ai partiti.
E poi un rimpasto con Zingaretti al Viminale «sarebbe una strategia suicida perché lascerebbe la Regione Lazio, mandandola al voto con il rischio di consegnarla alla destra e pagarne, da segretario del Pd, il costo politico».
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