New York Una potenziale minaccia per l'agenda economica di Donald Trump, ma al contempo un possibile vantaggio politico in vista della rielezione nel 2020 del presidente Usa. È questo lo scenario che potrebbe definirsi nel caso le elezioni di Midterm di oggi decretassero una maggioranza democratica alla Camera dei rappresentanti. I cittadini americani sono chiamati alle urne per rinnovare i 435 seggi del ramo più basso del Congresso oltre a un terzo del Senato (35 seggi su 100) e i governatori di 36 dei 50 Stati. Mentre per il Senato potrebbe profilarsi una maggioranza - seppur marginale - repubblicana, alla Camera gli ultimi sondaggi confermano che i dem sono avanti, anche se con percentuali inferiori a quelle dei mesi scorsi. Pur se gli esperti non escludono che il Grand Old Party possa ribaltare le previsioni, grazie alle valutazioni sempre più positive sull'economia e alle preoccupazioni per la sicurezza dei confini.
Nel caso la prospettiva di un cambio del controllo si avverasse, Trump rischierebbe di vedere impantanate numerose politiche economiche della sua amministrazione, dalle tasse al commercio. Sulla legislazione fiscale, ad esempio, il tycoon vuole rendere permanenti i tagli alle imposte sul reddito delle persone fisiche approvati l'anno scorso, ma per farlo la Casa Bianca avrà bisogno che i repubblicani mantengano il controllo del Congresso. Poi c'è il nuovo accordo sul libero scambio siglato da Trump il mese scorso con Canada e Messico, che mira a sostituire il Nafta, per cui serve l'approvazione di Capitol Hill, e con i dem alla guida della Camera potrebbero porsi nuovi ostacoli. E ancora la deregulation, una priorità per il 45esimo presidente, che sta portando avanti questa politica in una serie di settori, da quello dell'auto all'energia, passando per la finanza. Probabilmente, peraltro, Trump punta ad adottare misure aggiuntive, le quali però difficilmente riuscirebbero a passare se il Gop perderà uno dei due rami del Parlamento. Una Camera a guida dem, inoltre, potrebbe rafforzare gli sforzi di alcuni parlamentari per rallentare o congelare le vendite di armi all'Arabia Saudita (anche se la Casa Bianca può porre il veto). Al contempo, tuttavia, autorevoli fonti di Washington sostengono che la perdita della Camera non rappresenti solo un rischio, ma anche un'opportunità tutta personale per The Donald, in vista della corsa per il secondo mandato a Pennsylvania Avenue. Se perdesse il ramo più basso del Congresso, infatti, avrebbe un bersaglio a cui mirare per giustificare eventuali mancate promesse, individuando un nemico contro cui puntare il dito nella sua campagna per la rielezione.
E c'è anche un terzo potenziale scenario, quello di uno stallo: il Mississippi, infatti, ha tre candidati al Senato, due repubblicani e uno democratico.
I sondaggi sostengono che nessuno potrebbe riuscire a prendere il 50%: in quel caso le sorti del seggio sarebbero rimandate di alcune settimane per il turno decisivo, e con esse probabilmente anche gli equilibri al Senato. Intanto, le ultime proiezioni di Cnn mostrano che l'approvazione del presidente è scesa al 39% dal 41% dell'inizio di ottobre, e per 7 persone su 10 il voto di Midterm è percepito come un referendum sul presidente.
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