Protagonista della crisi del governo Draghi, Giuseppe Conte è in mezzo al guado. Abbandonato dal Partito Democratico, l’autoproclamato avvocato del popolo sembra destinato alla corsa in solitaria alle politiche del 25 settembre. L’unico a credere nel ritorno del campo giallorosso è Bersani, ma Letta è stato categorico: l’esperienza con i pentastellati è giunta al termine. Una situazione parecchio delicata, dunque, che potrebbe portare il capo politico grillino a sancire un clamoroso restyling sulla scia di Mélenchon.
Per provare a salvare la baracca, ormai in completo dissesto, la prima mossa di Conte potrebbe essere quella di instaurare un rapporto concreto con Michele Santoro. Poco prima della caduta dell’esecutivo, il giornalista s’era detto disponibile a un confronto: “Se decidesse di fare politica, e non tattica, se lasciasse il governo di Mario Draghi per mettersi in gioco a sinistra e rischiare allora sarei disposto anche a dargli una mano”. Missione compiuta per Giuseppi. E potrebbero arrivare aggiornamenti a stretto giro di posta: “Mi sembra un argomento troppo delicato per affrontarlo così, su due piedi. Se ci saranno novità, ne parlerò in maniera approfondita nei prossimi giorni”, le sue parole riportate dal Corriere.
Secondo i ben informati, Conte e Santoro hanno iniziato a parlarsi. Ma non è finita qui. Il leader pentastellato potrebbe dare vita all’ennesimo mutamento del Movimento. Nato né di destra né di sinistra, il M5s potrebbe diventare il perno di una nuova “Cosa Rossa”. Il giurista nei panni di un Mélenchon con la pochette, al timone di un assembramento di estrema sinistra. E le richieste non mancano, in stile calciomercato.
Conte è molto corteggiato dall’Unione Popolare, il cartello De Magistris-Rifondazione Comunista-Potere al popolo. “Ancora con Conte non ci siamo parlati. Certo, con le elezioni anticipate e la consegna delle liste tra meno di un mese, forse questa è la settimana giusta per farlo”, le parole dell’ex primo cittadino di Napoli. Per l’ex magistrato “ragionare insieme è doveroso”, seguendo il modello di Unidos Podemos e puntando su un programma fatto di“istanze pacifiste, ambientaliste, incentrate sulla necessità non più rinviabile di un'agenda sociale vera”. Anche Rifondazione comunista è pronta a stringere un patto con il M5s.
Per il segretario Maurizio Acerbo, l’obiettivo è formare un’accozzaglia che “si pone l'obiettivo di fermare la guerra e di togliere l'Italia da quel gruppo di Paesi, di cui fanno parte oltre a noi solo Polonia e Gran Bretagna, totalmente piegati al volere degli Usa e della Nato”. Da punto di riferimento del mondo progressista a uomo ambito dai compagni comunisti, una parabola decisamente dimenticabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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