Per la morte di Aurora fermato il ragazzo 15enne

Il fidanzato già indagato a piede libero per omicidio volontario. La sorella della vittima: "Lui la picchiava"

Per la morte di Aurora fermato il ragazzo 15enne
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I familiari non avevano mai creduto che Aurora si fosse suicidata o fosse morta per un incidente. E a tre giorni dalla tragedia che ha ucciso la ragazzina di 13 anni volata giù dall'ottavo piano del suo palazzo a Piacenza, la Procura dei minorenni di Bologna ha fatto arrestare con l'accusa di omicidio volontario l'ex fidanzato 15enne che quel giorno era con lei sul terrazzo. Il giovane, di origini albanesi come la vittima, era già indagato a piede libero, ma ieri la famiglia della ragazza ha presentato ai magistrati una memoria con le prove dei maltrattamenti che avrebbe subito Aurora, le testimonianze degli amici e dei compagni di classe, le chat da cui emergerebbe il comportamento ossessivo del 15enne e anche alcuni certificati medici.

Elementi nuovi che insieme all'esito delle indagini hanno convinto la Procura a prendere in considerazione i sospetti dei familiari, nonostante dopo gli interrogatori successivi alla tragedia i magistrati avessero escluso ogni responsabilità del ragazzo, dando credito alla tesi del suicidio. Aurora invece non si sarebbe affatto lanciata nel vuoto da sola, come ha sempre sostenuto la sorella che fin da subito ha puntato il dito contro l'ex fidanzato, a suo dire ossessionato dopo essere stato lasciato. Si sarebbe trattato invece dell'ennesimo femminicidio, l'esito drammatico di un rapporto malato tra due adolescenti. Nelle chat Aurora parlava del 15enne come di un «immaturo», di un «pazzo», si lamentava della sua gelosia, delle sue scenate quando la vedeva al telefono e le strappava il cellulare di mano. In famiglia erano al corrente dell'aggressività del giovane, dei suoi frequenti scatti d'ira. Per questo da venerdì scorso, il giorno della tragedia, non hanno mai tenuto a freno la propria rabbia, convinti che Aurora non si sarebbe mai suicidata. I genitori del 15enne hanno sempre detto invece che da quando era tornato a casa, dopo la morte della ragazza, il figlio non parlava più con nessuno, era completamente sotto choc. Una versione alla quale non hanno mai creduto i familiari di Aurora, che si sono messi subito al lavoro per raccogliere tutte le testimonianze e le prove per dimostrare quanto fosse tossica la relazione tra i due. Pochi giorni prima di morire la ragazza avrebbe segnalato ai servizi sociali il comportamento del fidanzato.

Dopo il fermo, eseguito dai carabinieri del Nucleo investigativo di Piacenza, il giovane è stato portato presso un istituto minorile in attesa della convalida

da parte del giudice. Il procuratore Giuseppe Di Giorgio ha diffuso una nota per informare degli sviluppi investigativi, sottolineando la «non definitività delle acquisizioni e il rispetto della presunzione di innocenza».

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