Morto dopo 4 ore in ospedale Il padre: «Me l'hanno ucciso»

Il ragazzo, in codice rosso, è rimasto senza assistenza La rabbia del papà. E il ministero invia gli ispettori

Paasquale Napolitano

Roma Un episodio di malasanità rischia di trasformasi in un caso politico: la morte di Antonio Scafuri, il ragazzo di 23 anni di Ercolano, paese in provincia di Napoli, deceduto all'ospedale Loreto Mare, in seguito a un incidente stradale, dopo quattro ore di attesa per il trasferimento in un altro presidio della città partenopea, riapre lo scontro tra il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nominato il 10 luglio 2017 commissario per la Sanità, e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Nella giornata di ieri, 72 ore dopo la tragedia, il ministro Lorenzin ha disposto l'invio a Napoli della task force per accettare quanto sia accaduto all'ospedale Loreto Mare nella notte tra il 16 e il 17 agosto. Del pool di ispettori inviati dalla Lorenzin fanno parte esperti dell'Agenas(Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), carabinieri dei Nas e tecnici del Ministero. La mossa del ministro punta ad accertare eventuali responsabilità dei vertici regionali della sanità campana. Sono tre, al momento, le inchieste che devono stabilire la verità sulla morte di Antonio Scafuri: la procura di Napoli ha aperto un fascicolo per individuare responsabilità penali mentre il direttore generale dell'Asl Napoli 1, Mario Forlenza, distretto sanitario di cui fa parte l'ospedale Loreto Mare, ha disposto un'ispezione interna.

Nel giorno in cui la politica, campana e romana, muove i primi passi per far luce sulla tragedia, Roberto Scafuri, padre della vittima, denuncia: «Mio figlio è stato ammazzato. Mentre lui moriva, al pronto soccorso del Loreto Mare due medici litigavano su chi doveva portare Antonio a fare una angiotac. Vogliamo la verità: chi ha ucciso un ragazzo di 23 anni deve pagare». Il genitore ricostruisce le fasi, drammatiche, della sera del 16 agosto: «Erano le 21 quando siamo entrati al pronto soccorso. Una volta accolto e sistemato su un lettino ci è stato detto che occorreva fare una angiotac». Ma nulla si è mosso per quattro ore: nei reparti del Loreto Mare i medici continuavano a fronteggiare le emergenze mentre Antonio restava dolorante, in codice rosso, sul lettino per le fratture riportate nell'incidente stradale. Fino alle 4 di notte quando, finalmente, dopo una lunga attesa e soprattutto al termine secondo il racconto del genitore - di un litigio tra due medici l'angiotac verrà eseguita e il paziente sarà trasferito al Vecchio Pellegrini per le trasfusioni di sangue. Arrivato nell'altro presidio ospedaliero, ad Antonio vengono trasfuse tre sacche di sangue.

Il paziente rientrerà nell'ospedale Loreto Mare nel reparto di rianimazione dove morirà intorno alle 8 e 30 a causa di tre infarti consecutivi. Le quattro ore di attesa sul lettino del Loreto Mare, prima del trasferimento a Vecchio Pellegrini, potrebbero essere state fatali per Antonio. É il nodo centrale delle tre indagini (Asl, Ministero e Procura) che puntano a stabilire se vi siano state inadempienze da parte di medici e operatori sanitari del Loreto Mare, un ospedale già finito al centro delle polemiche nei mesi scorsi per lo scandalo degli assenteisti.

Ma la morte di Antonio Scafuri è un vento che soffia sul fuoco delle polemiche politiche. Forza Italia attacca il presidente della Regione Vincenzo De Luca che è anche commissario alla Sanità in Campania. Anche perché mentre gli ospedali campani offrono nuovi casi di malasanità, il governatore De Luca ha premiato i manager delle Asl aumentando i compensi, passati da 22 a 31 mila euro al mese.

Nel mirino degli azzurri è finita la delibera del primo agosto 2017 con cui De Luca ha aumentato gli stipendi dei direttori generali che il suo predecessore, il forzista Stefano Caldoro, aveva ridotto per il debito del comparto sanitario in Campania.

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