Conte riparte da Scampia, la periferia degradata di Napoli e regno della camorra. Ma è anche il regno del Movimento Cinque stelle, che lì alle elezioni ha preso nientemeno che il 64% delle preferenze, un record. Quello che unisce i due mondi è il reddito di cittadinanza, la misura-bandiera di Conte, percepito da una altissima percentuale di residenti di Scampia, compresi i camorristi, come raccontano svariate indagini. Nell'ultimo anno e mezzo i carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno scoperto furbetti che incassavano illegalmente, in totale, 15 milioni di euro di reddito di cittadinanza, pizzicati 662 percettori irregolari solo negli ultimi sei mesi e solo a Napoli. Tra loro, più che la «gente che non arriva alla fine del mese», come usa dire Conte nei comizi, c'erano parcheggiatori abusivi, rapinatori, esperti in truffe agli anziani fino appunto a membri dei clan camorristici.
Un dettaglio per Conte che invece sulla difesa del Rdc ha puntato tutto, ed è stato ripagato dai percettori del sussidio con il voto al M5s. Nelle piazze calde, come Scampia, Conte fomenta le folle munite della card Inps (quella su cui viene accreditato il sussidio mensile, per molti uno stipendio) e le aizza contro il governo di centrodestra che vuole mettere ordine nel catastrofico sistema del reddito di cittadinanza, diventato un incentivo a non lavorare (o un secondo reddito per chi lavora già in nero). Insieme all'ex premier aveva annunciato la presenza anche Roberto Fico, nella nuova veste di funzionario di partito visto che non si è potuto ricandidare. Ora l'ex presidente della Camera è membro del Comitato di garanzia del movimento, insieme a Virginia Raggi, ex sindaca mandata a casa dai romani (ma per lei, Fico, la Taverna, Crimi, il reddito di cittadinanza arriva dal M5s). Conte rivendica apertamente di volersi fare portavoce della rabbia sociale contro il governo, partendo da Napoli per poi toccare altre tappe, un «reddito di cittadinanza tour». «Saremo in tutte le piazze perché cercheremo di canalizzare e offrire una rappresentanza politica alla rabbia per evitare che le difficoltà economiche portino alla disperazione e a gesti inconsulti», spiega il leader 5S, evocando la possibilità di «disordini e tensioni in piazza per la manovra del governo», tutte fibrillazioni che lui vuole «canalizzare» - dice -, fino ad arrivare ad una manifestazione a Roma. Il popolo del reddito di cittadinanza contro il governo, regia dei Cinque Stelle. Il sussidio, una volta elargito, si è trasformato in un «diritto», anche se fallimentare.
A Conte questa campagna serve anche per accreditarsi come leader della sinistra e paladino dei «poveri» (molto spesso finti, ma che importa), mentre il Pd è nel caos pre-congressuale, i sindacati sono divisi e quel che resta di Sinistra e Verdi sono ancora al tappeto per il caso Soumahoro e consorte lady Gucci. Quella sul Rdc sarà «una battaglia permanente» del M5s, dice Conte, che dopo aver convinto la gente a ristrutturare casa «gratuitamente» sfruttando il superbonus 110% pagato dai contribuenti, ora intende cavalcare il reddito: «I percettori non vogliono stare sul divano ma rivendicano dignità sociale, sono disperati, non sanno come sfamare i figli, la povertà non è una colpa» dice Conte, con toni da melodramma alla Mario Merola.
A Napoli dalle parole si è subito passati ai fatti, per ora non violenti. I Cobas e gli attivisti del cantiere «167 Scampia» hanno occupato gli uffici dell'Ispettorato nazionale del Lavoro di Napoli e calato dal tetto due striscioni: «Giù le mani dal Rdc» e «Salario garantito».
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