Si apre uno spiraglio nella trattativa tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi per scongiurare una crisi di governo alla vigilia di Capodanno. Il premier sarebbe pronto a cedere sull'intelligence. Ma in cambio vorrebbe il via libera, in tempi strettissimi, sul Recovery plan italiano. Resta aperto il capitolo rimpasto, su cui il capo dell'esecutivo sarebbe favorevole ad alcune sostituzioni nella squadra dei ministri. Sono i tre punti su cui lavorano i pontieri con l'obiettivo di far ripartire il dialogo tra Italia Viva e Palazzo Chigi.
Nella giornata di ieri c'è stato il primo giro di incontri tra i ministri dell'Economia, Roberto Gualtieri, e Affari Europei, Enzo Amendola, sul Recovery fund. L'assenza del premier è un segnale per sminare il terreno e stemperare la tensione tra le forze di maggioranza. Gualtieri e Amendola (quest'ultimo in videoconferenza) hanno incontrato le delegazioni di Pd e M5S. Oggi toccherà a Leu e Italia Viva. «Facciamo in fretta, facciamo bene», ha commentato il titolare dell'Economia. Parole in sintonia con la posizione di Paolo Gentiloni, commissario Ue agli Affari economici, che dalle pagine di Repubblica ha spronato il governo ad accelerare i tempi per definire la proposta italiana del Next generation. Ma la partita è politica. E si gioca tra Palazzo Chigi, Firenze e Nazareno. Il leader del Pd cerca di smuovere le acque: «Il Pd è fermamente contro atteggiamenti e azioni che rischiano di degenerare in avventure politiche confuse, e in percorsi senza prospettive. Non sarebbe giusto. Allo stesso tempo da settimane abbiamo chiesto con grande nettezza e chiediamo tanto più ora, un rilancio dell'azione di governo, del quale il progetto di Recovery fund è parte fondamentale ma non l'unico. È giunto il tempo di essere coerenti». Messaggio che sembra chiudere le porte a un esecutivo Draghi di unità nazionale.
L'offerta di Conte agli alleati Iv e Pd può essere racchiusa nel mezzo passo indietro sulla delega ai Servizi segreti. Il presidente del Consiglio sarebbe disposto ad affidare la delega. A chi? È un altro punto su cui la trattativa potrebbe incepparsi nuovamente. Conte vorrebbe un fedelissimo. Circola il nome di Gennaro Vecchione, attuale capo del Dis. Renzi e Zingaretti punterebbero al colpo grosso: soffiare alla coppia Casalino-Conte il controllo dell'intelligence. Le condizioni del premier sono però chiare: basta melina sul Recovery. Renzi si è presentato con 61 proposte contenute nel piano Ciao (Cultura, infrastrutture, Ambiente e Opportunità). E non molla la presa: «Le note di Iv sul Recovery le invieremo domani (oggi) al ministro Gualtieri: io non chiedo che tutto ciò che scriviamo sia accolto. Mi basterebbe fosse letto. E magari chi non è d'accordo potrebbe fare la fatica di spiegare perché» scrive nell'e-news. Il Ciao di Iv sul Recovery si trasformerà in un addio? «Dipende dalla volontà di andare avanti per dare risposte e non scegliere amici per coprire postazioni», rincara il ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova.
Conte vuole chiudere il discorso sul Recovery rapidamente. Alle 16 di oggi è in programma il Consiglio dei ministri. L'ipotesi di un via libera preliminare al Recovery plan italiano è al centro della trattativa. Quella di oggi rischia di diventare la giornata chiave per le sorti del Conte due: il Senato dovrà votare la fiducia sulla manovra. Passaggio che al momento non desta timori. Poi, Conte è atteso da un doppio appuntamento: conferenza stampa di fine anno e Consiglio dei ministri. Al prossimo anno è rinviato il terzo delicato dossier: il rimpasto. Palazzo Chigi apre all'opzione di mettere mano alla squadra dei ministri.
Con dei paletti ben definiti: pochi cambi, senza crisi al buio. Ma con l'intenzione di apportare alcuni accorgimenti in ministeri delicati per la fase post-pandemia: Trasporti e Scuola. Tutto sotto l'occhio vigile del Colle.
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