Che poi a pensarci bene è un modo molto italiano di agire. Invece di affidarsi ad un iter logico, dedicato, discusso ed emendato, si preferisce inserire modifiche qui e lì spezzettando le novità nei vari decreti. È successo in passato, ed si ripete anche in questi giorni. A finire nello spezzatino normativo stavolta è il codice della strada, modificato con il dl Semplificazioni in maniera garibaldina. Senza grandi discussioni o dibattiti, senza possibilità di emendare alcunché e con il voto di fiducia come ciliegina finale sulla torta.
Ora. Cosa debba “semplificare” la vita al cittadino la possibilità che un netturbino faccia le multe è un mistero glorioso che neppure papa Francesco potrebbe spiegare. Lo stesso dicasi per gli autovelox in città, le norme sulla revisione o o l’obbligo di dare la precedenza ai bici e monopattini elettrici. Eppure oggi la Camera darà il via libera al testo e tutto diventerà legge. Senza colpo ferire.
Pochi tuttavia sanno che in Parlamento vegeta una riforma (strutturata) del codice della strada. La proposta di legge venne presentata il 7 agosto del 2018 da due parlametari del Pd. Lo stesso dicembre venne assegnata in Commissione Trasporti e gli onorevoli deputati ci hanno lavorato sopra. Quasi un anno di emendamenti, discussioni, audizioni, proposte. Fu pure istituito un comitato ristretto. Insomma: roba elaborata. Allora la maggioranza era gialloverde, ma alla fine le opposizioni non uscirono troppo scontente. Fi per voce di Simone Baldelli si disse "decisamente contrario", ma gli azzurri erano almeno riusciti a inserire qualche "intervento favorevole per i cittadini" e a "incidere positivamente" sul testo. Anche il Pd si espresse un “giudizio equilibrato”. Normali diatribe partitiche. Ma almeno dibattito c’era stato. La proposta venne incardinata in aula a luglio di un anno fa, poi subito rispedita in commissione. E da allora non se ne sa più nulla.
Da luglio molte cose sono cambiate (tra cui il governo). E così quello che era un testo più o meno condiviso è stato stravolto dall’attuale maggioranza. “Quella riforma almeno conteneva i nostri emendamenti - racconta Federica Zanella (Fi) - Avevo chiesto e ottenuto l’abolizione delle botticelle per salvare gli animali, assicurando compensazioni a chi lavora in quel settore. Ma mentre queste battaglie di civiltà sono ancora congelate, il governo sta infilando nei decreti omnibus solo quello che vogliono loro”.
Tre esempi su tutti: le norme pro-monopattini nel Milleproroghe, la “casa avanzata” (linea di arresto delle bici davanti a quella delle auto) nel dl Rilancio e ora le “multe selvagge” nel dl Semplificazione. “Eravamo riusciti a togliere questa cosa aberrante della 'casa avanzata' dal progetto di riforma - dice Zanella - e loro l’hanno infilata in un decreto che non c’entra nulla”. Lo stesso dicasi per i nuovi poteri di multa ad ausiliari, netturbini e ispettori dei bus. La modifica era prevista nella proposta di riforma del Codice, ma c’era tutto il tempo di rimediare in Aula. Invece… “Invece non ci permettono di difendere i cittadini. Noi avevamo presentato un emendamento, a firma Baldelli, per restringere le competenze degli ausiliari - racconta Zanella - oppure per obbligare a lasciare il verbale in modo visibile sull'auto così da non dover pagare la notifica a casa e accedere alla riduzione della sanzione. Ma il governo ora se ne frega dell’opposizione”.
L’esecutivo guidato da Conte ha infatti approfittato un po’ dell’emergenza (“nel dl Rilancio non avevamo neppure un emendamento a testa per l'opposizione”) e un po’ abusato della fiducia per modificare il codice a suon
di decreti. “E così - conclude Zanella - la multa selvaggia che noi avevamo combattuto nella riforma del Codice, Pd e M5s l'hanno inserita surrettiziamente in un decreto che dovrebbe trattare tutt’altro”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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