Muore bimba di 8 mesi. Aveva lividi e ustioni: i genitori sotto inchiesta

La piccola è giunta in ospedale senza vita La famiglia era seguita dai servizi sociali

Muore bimba di 8 mesi. Aveva lividi e ustioni: i genitori sotto inchiesta

Lividi, ecchimosi sul corpo ed escoriazioni simili a ustioni. Era già senza vita una bimba di otto mesi, quando ieri alle 3.30 è stata portata in ospedale a Nocera Inferiore.

I medici dell'Umberto I hanno fatto di tutto per provare a rianimarla, ma senza successo. Poi si sono accorti di quelle contusioni che aveva sparse ovunque. Si è aperto così l'ennesimo caso di violenza tra le mura domestiche, che vede ancora una volta come vittima un minore.

Gli agenti del commissariato nocerino e della squadra mobile di Salerno, coordinati dal pm Roberto Lenza, da ieri stanno indagando per capire cosa sia accaduto nell'abitazione del quartiere San Lorenzo a Sant'Egidio del Monte Albino, dove la famiglia viveva da un anno e mezzo. I genitori della bimba, che hanno anche un figlio di quattro anni, poche ore dopo sono stati indagati per omicidio. «Un atto dovuto», dicono gli inquirenti. Ma c'è il sentore che nelle prossime ore potrebbe trasformarsi in qualcosa di più.

Sono stati proprio i medici a segnalare il caso alla polizia. Il padre originario di Pagani (Salerno) e la mamma di Angri (Salerno) sono stati sentiti per ore in commissariato prima di essere iscritti nel registro degli indagati. Sarà l'autopsia, però, che verrà eseguita domani a chiarire le cause del decesso.

Si sa però che la famiglia aveva diversi problemi. «Spesso li sentivamo litigare, loro urlavano, i bambini piangevano - raccontano i vicini - lui aveva lasciato da poco una comunità dove era in cura per problemi di tossicodipendenza. Spesso picchiava la moglie». Il Comune di Sant'Egidio del Monte Albino, su disposizione della procura, aveva attivato dai primi di giugno una sorta di «monitoraggio» della famiglia per cercare di capire quale provvedimento dovesse essere e messo in atto a tutela proprio dei bambini. «Sapevamo dei loro problemi ma nessuno avrebbe mai potuto pensare che si arrivasse a questa tragedia», dichiara un negoziante del paese.

«Siamo affranti - interviene il sindaco di Pagani Alberico Gambino -. Io stesso ho unito in matrimonio civile questa giovane coppia. Si tratta di una famiglia in oggettive condizioni di fragilità. Una situazione della quale immediatamente i nostri servizi sociali si erano fatti carico, attivando da un lato le procedure per consentire l'accesso a piccoli contributi per sostenere economicamente il nucleo familiare, dall'altro segnalando all'autorità competente questa particolare situazione».

«Mai però, né al Comune né ai carabinieri, che pure li hanno sentiti, la mamma o i suoi familiari avevano denunciato o confermato episodi di violenza che avrebbero potuto lasciar presagire qualcosa di così drammatico - conclude il primo cittadino -.

Le segnalazioni messe nero su bianco dal nostro ufficio avevano riguardato anche l'allontanamento del padre da una comunità di recupero, a seguito della quale si stavano valutando anche altre soluzioni di carattere più definitivo da adottare per salvaguardare il benessere dei bambini». Il 15 giugno è arrivata una comunicazione ufficiale da parte della procura in merito all'attivazione di questo monitoraggio». Ma ora è tardi.

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