Naufragio sulle coste libiche. Fi: "Stop a mercanti di esseri umani"

Il senatore Enrico Aimi, dopo il naufragio in Libia, rilancia la necessità di porre un freno ai "mercanti di esseri umani" e chiede accordi bilaterali internazionali

Naufragio sulle coste libiche. Fi: "Stop a mercanti di esseri umani"

Il naufragio avvenuto in un largo della Libia, un evento tragico in cui possono essere contati soltanto quattro superstiti, scuote la politica, e Forza Italia chiede, per l'ennesima circostanza, di porre un freno a quelli che il senatore Enrico Aimi, capogruppo del partito guidato da Silvio Berlusconi in commissione Affari esteri a Palazzo Madama, chiama "mercanti di esseri umani".

Le morti, su novanta persone presenti sull'imbarcazione, sarebbero purtroppo maggioritarie. E il mar Mediterraneo si conferma in maniera triste - come usa affermare papa Francesco - un "freddo cimitero senza lapidi" e un "mare mortuum". Anche a Malta, dove il pontefice della Chiesa cattolica si trova in questo momento per una visita apostolica, Bergoglio ha di nuovo voluto utilizzare la definizione di "cimitero d'Europa".

Aimi, nella sua considerazione, fornisce quella che ritiene l'unica strategia plausibile: "Esiste - ha fatto presente il parlamentare di Fi - un solo modo per fermare le morti nel Mediterraneo, trasformato in un gigantesco cimitero liquido: bloccare il traffico di esseri umani gestito dai signori della guerra e dalle organizzazioni criminali che lucrano sulla disperazione e aumentano ricchezza e poteri". L'unica soluzione plausibile, insomma, sarebbe appunto quella di evitare che i "mercanti di esseri umani" continuino a proliferare.

Il senatore pensa che quanto messo in campo sino in questo momento dall'Occidente non corrisponda affatto ad un vero sistema d'accoglienza: "Sono già decine di migliaia i morti in mare, possibile - ha aggiunto il parlamentare di Forza Italia - che ancora perseveriamo in maniera così folle sulla strada della falsa accoglienza. Un'attrazione fatale - ha aggiunto - , pericolosissima, che fa leva sulla narrazione che, se giungi in Italia ed entri in un programma di protezione umanitaria, sarai assistito a vita senza più dover far nulla per vivere". Esisterebbero, in sintesi, anche problemi legati alla narrativa riguardante le reali possibilità dell'Italia.

Tant'è che coloro che giungono sulle nostre coste in cerca di un futuro migliore avrebbero, per Aimi, creduto a questa narrazione, che tuttavia non corrisponde al vero. Comunque sia, la soluzione per il senatore non può che passare da accordi di caratura internazionale: "Occorrono accordi internazionali bilaterali che legano i contratti commerciali esteri e gli aiuti italiani con i Paesi in via di sviluppo, alla riaccoglienza dei migranti illegali - ha tuonato il senatore - .

Mentre giungono i veri profughi dall'Ucraina, che abbiamo il dovere di aiutare, continuano ad arrivare dal Sud del mondo persone che in più di nove casi su dieci non hanno titolo per soggiornare in Italia", ha chiosato.

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