"Auguro loro di raggiungere la meta che desiderano, ma le leggi parlano chiaro: non otterranno mai asilo in altri paesi, dopo essere stati identificati in Italia. O clandestini per sempre, o rinviati in Italia". Così il giornalista Toni Capuozzo parla dei 50 migranti che erano a bordo della nave Diciotti e che ora sono scomparsi dal centro di accoglienza della Caritas.
"Quello che non mi piace è l'uso della pietà. Adesso che quasi la metà di loro è scomparsa nel nulla - scrive ancora il giornalista Mediaset in un post su Facebook - come ripensare alla descrizione di persone stremate, al racconto di corpi scheletriti, ai drammatici referti di epidemie di scabbia? E che pensare di quelle processioni a bordo con tanto di guanti e mascherine, e dei gelati e delle diocesi aperte? Scomparsi nel nulla".
Capuozzo attacca politiche sull'immigrazione portate avanti dall' Italia e dall'Unione Europea: "Un gioco dell'oca - conclude - che rimanda al punto di partenza, la dimostrazione che scafisti e umanitari all'ingrosso fanno del traffico di esseri umani un business e un manifesto politico, alimentando illusioni dal Bangladesh alle Comore, dall'Egitto all'Africa subsahariana. I cinquanta che sono irreperibili non sono evasi, dato che non erano detenuti. Sono desaparecidos, che alla macchina del finto umanitarismo non servono più. Dopo la Diciotti, lo zero"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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