"Io non voglio mica il Far West. Non ho neanche il porto d’armi. E per nulla al mondo diventerei un guerrafondaio, al massimo posso agitare l’ombrello contro chi mi attacca...". Il ministro della Famiglia e per gli Affari regionali, Enrico Costa (Ncd), è convinto che bisogna estendere la legittima difesa. Ma solo se in casa ci sono in casa i bambini. Se, invece, c'è solo la moglie - lascia intendere l'uomo di Angelino Alfano - allora non ci si può difendere. Se poi ci si trova in casa da soli, allora mettere mano alla pistola non è nemmeno contemplato.
Secondo i dati della Criminalpol, i furti in appartamento diminuiscono, ma aumentano le rapine in casa ai danni delle famiglie. "Sono un papà - dice in un'intervista al Corriere della Sera - e capisco bene come in questi anni la percezione del pericolo sia cambiata per un capo famiglia che, suo malgrado, si trovi in stato di forte emotività a dover difendere i propri cari da un’aggressione, in casa". Per questo invita a migliorare la legge in discussione alla Camera circoscrivendo le condizioni soggettive in cui va riconosciuta la legitima difesa. "Tra queste - dice - c’è la 'minorata difesa' dovuta alla presenza in casa dei bambini". La Lega Nord, invece, sta combattendo per far passare la presunzione assoluta di legittima difesa se l’aggressione è in casa. Ma per Ncd sono solo "derive demagogiche che teorizzano di poter sparare anche a chi scavalca il muro di un giardino".
Per Costa il
discrimen è la presenza dei figli. Stop. Solo in questo caso si può sparare. Per difendere gli altri famigliari o se stesso, no. I figli, nell'immaginario dell'esponente di Ncd, valgono più della moglie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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