"Nel video non ero io, non ero a Termini"

La versione del polacco. Ma la Procura: "Pericoloso, può colpire ancora"

"Nel video non ero io, non ero a Termini"

«Non sono io quello delle immagini. Alla stazione Termini nemmeno c'ero. Non avevo alcuna necessità di passare da lì». Convalidato il fermo di pg per Aleksander Mateusz Chomiak, che resta nel carcere milanese di San Vittore. Risponde alle domande del gip Natalia Imarisio il 24enne senza fissa dimora polacco arrestato martedì a Milano con l'accusa di aver accoltellato il 31 dicembre a Roma Abigail Dresner, la turista 24enne israeliana. Ma nega tutto.

Non convince sui due coltelli, uno macchiato, e sul taglierino che aveva con sé nel momento del fermo. Eppure il giovane, in Italia da otto mesi, ricercato in Polonia per furto, indossava gli stessi abiti «congelati» in quei drammatici fotogrammi in cui si vede mentre colpisce alle spalle Abigail, in coda alla biglietteria automatica all'altezza del binario 9, la sera di san Silvestro. Tre fendenti, due al torace e uno a un fianco, sferrati con ferocia inaudita, senza esitazioni, per uccidere. Un'azione che ancora oggi resta un mistero. Odio razziale? Lo stesso personaggio compare in altre riprese dalle videocamere di sicurezza del terminal romano. Sei ore prima del fattaccio, sono le 15,45 dell'ultimo dell'anno, si vede chiaramente Chomiak passeggiare freneticamente alla stazione lato strada, chiedere una sigaretta a un passante, rientrare in stazione. Sempre con gli stessi abiti, felpa nera, pantaloni e scarpe scure, cappello nero da baseball e quella busta di plastica, di quella per la spesa, celeste. La stessa da cui estrae il coltello per ferire la turista. Ma lui nega di essere il personaggio ripreso dall'obiettivo. Al termine dell'interrogatorio di convalida il suo legale, l'avvocato Francesca Rena, chiarisce che il gip si riserva di emettere un provvedimento restrittivo.

«È stato convalidato il fermo e al momento non ho chiesto forme alternative al carcere, come i domiciliari. Chomiak ha deciso di rispondere alle domande, sa del filmato ma si dichiara estraneo ai fatti contestati». Il giovane viene acciuffato da un carabiniere libero dal servizio mentre si reca a Brescia con moglie, anche lei carabiniere, e figli. Il vicebrigadiere, 36 anni, in forze al nucleo radiomobile, lo riconosce grazie al video e alle foto diffuse sui giornali. Chiede rinforzi mentre Chomiak si insospettisce e cerca di scendere dal vagone. A quel punto il militare lo blocca e lo ammanetta. Ma il sospetto non oppone resistenza. Non ha bagagli, solo quei coltelli che gli servono per mangiare. «Vive appoggiandosi alla Caritas e la comunità polacca di Roma e Torino», dice il difensore.

Da Milano, una volta emessa l'ordinanza, Chomiak verrà trasferito nella capitale in quanto la Procura di

competenza, quella dove è stato commesso il reato e aperto il fascicolo per tentato omicidio, è Roma. Stazionarie, intanto, le condizioni della ragazza di Tel Aviv ferita, sempre in prognosi riservata ma non in pericolo di vita.

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