Nelle Regioni si balla ma in ordine sparso. Poche aspettano luglio

In Toscana i locali hanno già riaperto. Anche in Puglia, dove però non si può scatenarsi

Nelle Regioni si balla ma in ordine sparso. Poche aspettano luglio

Regione che vai, discoteca che trovi. In tempi di Covid è così: in Toscana già si balla, altrove ancora no. C'è chi sta per ripartire, chi segue le indicazioni dell'ultimo decreto che ha spostato al 14 luglio le riaperture dei locali e chi preferisce invece aspettare ancora un po', anche se l'estate è alle porte e per i giovani coincide con il divertimento notturno, dove però rispettare il distanziamento e le misure di sicurezza non è facilissimo.

I forzati della notte per il momento dovranno organizzare le serate ordinanze regionali alla mano, perché dopo l'ultimo Dpcm - che in extremis ha posticipato la data in un primo momento prevista per il 15 giugno - il governo ha precisato che le amministrazioni locali possono decidere una diversa apertura delle attività del settore in relazione all'andamento del contagio. Così che, per esempio, se qualche romagnolo vorrà sfogarsi in pista dopo il lungo lockdown, dovrà salire in macchina e attraversare il confine della Toscana, dove le discoteche hanno riaperto già da ieri, insieme ai cinema e agli spettacoli dal vivo. Locali aperti, ma con capienza ridotta, in modo da poter garantire almeno due metri tra una persona e l'altra sulla pista da ballo, con buona pace di chi ama i lisci. E il tutto dovrà avvenire necessariamente sotto le stelle, perché al chiuso è ancora vietato scatenarsi.

Anche la Campania ha fretta, ma non corre. Il governatore Vincenzo De Luca ha riaperto ieri i locali, ma solo per ascoltare musica, il ballo non è ancora consentito. Idem nel Lazio, dove da lunedì si potrà andare in discoteche e nei locali, ma non per ballare. Per quello bisognerà aspettare il primo luglio, quando apriranno anche le sale giochi, le sale scommesse e le sale bingo. Vale sempre la questione del distanziamento sociale, che non si riesce a rispettare nei ristoranti figuriamoci in discoteca, ma il contingentamento degli ingressi aiuterà. I partecipanti potranno essere massimo 1.000 all'aperto e 200 al chiuso, per ogni singola sala. Il 15 giugno nel Lazio ripartono anche fiere, congressi e cerimonie. Lo stesso giorno è previsto il via libera in Valle d'Aosta, Sicilia e Puglia. In quest'ultima regione non solo per le discoteche, ma anche per settori di vitale importanza per l'economia, come le strutture per matrimoni ed eventi. Venerdì 19 si potrà ballare di nuovo anche in Veneto, come disposto dall'ultima ordinanza del governatore Luca Zaia, che era pronto a spingere il piede sull'acceleratore quando ancora non era stata lasciata carta bianca alle amministrazioni regionali e ora sostanzialmente dispone l'apertura di tutto quello che era ancora chiuso: cinema, teatri e spettacoli dal 15 giugno; sagre, fiere, congressi, eventi, sale slot e bingo dal 19 giugno.

Neanche la Liguria e l'Emilia Romagna hanno intenzione di aspettare il 15 luglio suggerito dal governo per dare il via alle danze. In pista, rigorosamente all'aperto e a distanza di sicurezza, si potrà tornare già dal 19 giugno. «Il presidente del Consiglio dei ministri - ha spiegato il governatore ligure Giovanni Toti - ha firmato un nuovo decreto che prevede un'altra serie di aperture scaglionate nel tempo. Ci siamo sentiti a lungo anche con altri presidenti di regione e quindi abbiamo anche noi firmato una nuova ordinanza». Il provvedimento stabilisce il via libera dal 16 giugno a sagre e manifestazioni assimilabili.

Lo stesso giorno riaprirà anche il Casinò di Sanremo e, insieme ai locali da ballo, congressi, fiere e sale giochi. Nelle altre regioni i governatori non hanno emesso ordinanze, in attesa che si assesti la curva epidemiologica. Le discoteche della Lombardia dovranno aspettare ancora un po'.

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