"Se esiste un paese più gay dell'Italia, non so quale sia. Non voglio dire gay dal punto di vista demografico. Quello non si può sapere. Intendo spiritualmente gay. Ma allora perché l'Italia non è più gentile con gli omosessuali?". In un editoriale sul New York Times il critico gastronomico Frank Bruni accusa gli italiani di essere paradossali perché e il trattamento ricevuto dalle persone gay nel Belpaese.
La critica di Bruni, ripresa immediatamente dall'Huffington Post, è durissima. Per lui l'Italia presenta anche visivamente molte caratteristiche gay. "È la mecca dell'abbigliamento da uomo di lusso". Poi chiama in causa Il David di Michelangelo: "Sembra in posa all'Equinox (catena di palestre, ndr)". "E avete visto quei lampadari di vetro di Venezia, con i loro colori selvaggi e i tentacoli? - continua - sembrano piovre gay che stanno andando a un concerto sotto il mare di Cher". Quindi, dopo aver ricordato il recente via libera alle unioni civili, accusa ancora l'Italia di presentare "una pronunciata biforcazione tra la vita pubblica e la vita privata". "Questo è un paese di regole barocche - religiose e laiche - ma pochi le considerano stringenti. Perché cambiarle se puoi scegliere a quale obbedire?", incalza l'editorialista secondo cui in Italia si è portati a tener divisi gli àmbiti per "amore della privacy".
L'obiettivo dell'editoriale è
mettere il Belpaese sul banco degli imputati. Le accuse sono molteplici. Si passa dalle accuse di essere in ritardo nell'approvazione dei diritti civili per i gay e si arriva a una velata accusa di omofobia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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