Roma - Il governo non vuole modificare il meccanismo di adeguamento dell'età pensionabile alle aspettative di vita. Il pressing dei partiti in Parlamento continuerà per tutta la sessione di bilancio e l'esito dipenderà molto dal punto di equilibrio che riusciranno a trovare il governo e il Partito democratico, quindi Pier Carlo Padoan e Matteo Renzi.
Quello dei sindacati è stato dirottato verso un tavolo tecnico che non cambierà niente di rilevante. Ieri, al termine dell'atteso incontro tra il premier Paolo Gentiloni, il ministro dell'Economia Padoan e i leader di Cgil, Cisl e Uil, l'esecutivo ha detto chiaramente che non ci saranno cambiamenti di rilievo. «Sulla questione specifica dell'età pensionabile il principio dell'adeguamento resta assolutamente confermato», ha spiegato subito Padoan. Tradotto, dal 2019 la stragrande maggioranza dei lavoratori potrà andare in pensione solo a 67 anni compiuti.
In compenso sarà istituito un tavolo tecnico nel quale «si considererà la possibilità di modificare e migliorare i meccanismi che determinano la cadenza di adeguamento dell'età pensionabile sotto il vincolo della sostenibilità del sistema previdenziale, pilastro fondamentale della sostenibilità finanziaria del Paese».
L'intenzione non è di iniziare una discussione su un rallentamento del meccanismo. «La premessa è non superare i principi generali della norma sull'aspettativa di vita», ha detto Gentiloni durante l'incontro. Cambiare il meccanismo sarebbe «insostenibile e sbagliato». In cassaforte anche la scadenza del gennaio 2018, data ultima per varare il decreto che adegua l'età pensionabile dell'anno successivo. L'aumento di 5 mesi tra poco più di un anno ci sarà. Anche perché il governo in carica l'ha messo a bilancio. Come dire, i soldi sono già stati spesi.
Il massimo che Padoan vuole concedere nel breve è l'esclusione di alcuni lavoratori che svolgono compiti gravosi. In sostanza estendere le eccezioni, come quelle già in vigore per gli usuranti. Si parla di 15 mila esclusi dallo scatto a 67 anni.
Porte chiusissime su età del ritiro differenziate per professioni. È parte di un accordo sindacati/governo, ma Padoan ha detto che non è fattibile per motivi tecnici. In sostanza, non è possibile calcolare le aspettative di vita per le singole categorie di lavoratori. Argomentazioni «tutte da verificare», ha commentato il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo.
«Non tutti i lavori sono uguali e di conseguenza non lo sono tutte le aspettative di vita», ha ribadito la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan. L'appuntamento è per il 13 novembre. «Verificheremo se davvero c'è la disponibilità a cambiare», ha commentato la leader Cgil Susanna Camusso.
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