Stop al doppio tampone negativo per decretare la fine della quarantena dei positivi. Dagli scienziati autori di «Pillole di ottimismo» arriva un appello alle principali cariche istituzionali, al ministro della Salute e al Comitato tecnico scientifico affinché venga abbandonata la procedura secondo la quale un paziente affetto da Covid-19 viene considerato ufficialmente malato e contagioso, finché per due volte consecutive l'analisi del tampone nasofaringeo non dia esito negativo. Nella lettera la squadra, diretta dal virologo Guido Silvestri e da Paolo Spada, chiede che l'Italia si adegui alle nuove direttive dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e riduca a 10 giorni il periodo di malattia per Covid-19 (più 3 giorni senza sintomi, nel caso ve ne fossero), abbandonando l'uso del tampone di controllo.
E questo per tre ragioni cruciali, che riguardano la vita delle persone, l'economia e la salute pubblica. «Questo criterio - ricordano gli scienziati - inizialmente adottato dall'Oms è stato poi cambiato progressivamente in molti Paesi e, infine, dall'Oms stessa, in base ad una crescente e ormai consolidata evidenza scientifica: il periodo di contagiosità, che inizia circa 48 ore prima della comparsa di sintomi, ha il suo picco nei primi giorni, per poi calare rapidamente e sostanzialmente annullarsi entro 10 giorni. La positività del tampone può invece restare tale per molte settimane, fino a oltre 4 mesi dalla malattia, identificando, di fatto, solo tracce di materiale genetico del virus, non attivo e incapace di trasmettere l'infezione».
Clamoroso il caso della signora positiva dopo sei tamponi e 56 giorni dalla fine del periodo di isolamento e licenziata dal posto di lavoro.
Le nuove regole avrebbero anche un valore economico: «La nostra collettività ha bisogno del contributo di queste persone, ora lasciate per lungo tempo in uno stato di ingiustificata immobilità. Inoltre - scrive il gruppo - una ragione che ci pare persino più importante delle altre e che riguarda la salute pubblica: il timore di venire isolati senza un termine temporalmente definito costituisce un pericoloso disincentivo alla segnalazione dei propri sintomi per chi si ammala e all'utilizzo dell'app di tracciamento, che invece necessita urgentemente di molte nuove adesioni».
Silvestri & company sostengono che non si tratta solo di risparmiare sui tamponi nè dell'impossibilità di garantire a tutti il secondo test a causa della carenza di personale medico.
«Queste obiezioni non reggono» specificano i virologi. «Infine - si conclude la lettera - grande è la richiesta, da parte delle regioni, di maggiori risorse per aumentare i tamponi: la scelta che chiediamo potrebbe offrire un aiuto importante in questa direzione».
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