Non c'è talk show senza dibattito

Chiunque dovrebbe andare a dire la propria opinione (se ne ha una ed è capace di argomentarla), senza preoccuparsi se si troverà interlocutori che non la pensano come lui

Non c'è talk show senza dibattito

«Adesso le dico chi saranno gli altri ospiti insieme a lei». «Non si preoccupi, non m'interessa, vanno sempre bene», rispondo a chi m'invita a un talk show.

Se prima poteva essere una curiosità il fatto di sapere insieme a chi ci si sarebbe messi a parlare, adesso sta diventando una discriminante. «Se c'è quello/a non ci vengo», è sempre più spesso la risposta all'invito. Non la mia risposta, comunque. Ma io vengo da un'altra storia, quella del Maurizio Costanzo Show, quando il conduttore della trasmissione non era il protagonista della serata, ma il padrone di casa, che faceva parlare tra loro i suoi ospiti. Oggi è molto diverso, il conduttore è un politico, anche se vorrebbe mostrarsi al di sopra delle parti, è un giustiziere, anche se vorrebbe mostrarsi la persona più tollerante di questo mondo pieno di infamie.

Chiunque dovrebbe andare a dire la propria opinione (se ne ha una ed è capace di argomentarla), senza preoccuparsi se si troverà interlocutori che non la pensano come lui: è il gioco dialettico della democrazia. E invece fioccano i rifiuti, anche di persone di cui varrebbe la pena conoscere il proprio parere. Il perché lo si capisce: si ha la percezione che il luogo in cui si va finire è dominato da chi dovrebbe difendere e rispettare il proprio punto di vista e invece è schierato tutto da una parte col risultato di mettere in difficoltà chi non sta da quella parte.

Non è il talk show sul banco degli imputati, semmai sono i conduttori di alcuni programmi che non sono adeguati: non si nasce conduttori di talk show. Un tipo di trasmissione che rappresenta una caratteristica specifica della televisione, dalla quale si possono avere notizie, orientamenti, approfondimenti importanti, se vengono rispettate alcune regole essenziali, innanzitutto un conduttore non dominatore, ospiti che siano consapevoli di quello che dicono, e non la sparino grossa per far casino. Lo share si tiene alto anche senza conduttori dominatori e ospiti cialtroni. E l'approfondimento si sviluppa, eccome, talvolta col sorriso, altre con discussioni accese: un approfondimento che ha dato fastidio anche alla mafia.

E, infatti, Maurizio Costanzo è stato un esempio: una redazione formidabile, «allestitori» del programma di livello, ne ricordo solo uno tra i tanti bravissimi, Alberto Silvestri. Nelle molte volte che sono stato ospite di Porta a porta, Bruno Vespa è sempre stato un eccellente, equilibrato padrone di casa. Con un altro modello comunicativo Fabio Fazio dialoga con un ospite, andando generalmente in profondità all'argomento.

E poi arriva Michele Santoro, che non ha mai fatto mistero da che parte guarda: il suo ultimo talk show è geniale, rovescia i modelli convenzionali e s'inventa un nuovo ruolo dell'ospite e del conduttore. Ha messo la pietra tombale sul vecchio talk show, rinnegando anche i suoi figli (o quelli che avrebbero voluto avere lui per padre), tipo Floris, Formigli, Gruber.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica