"Non solo le donne hanno il ciclo": bufera su Tampax

"Lo spot di Proctor & Gamble cancella il sesso femminile", "Non è vero, include noi transessuali"

"Non solo le donne hanno il ciclo": bufera su Tampax

Queste pubblicità degli assorbenti intimi stanno diventando più dirompenti di una pandemia. In effetti, sempre di tamponi si tratta. Prima i concorrenti di Tampax, con degli spot per i quali ci vorrebbe l'avviso di «vietato ai minori» prima della messa in onda, ora loro con questa precisazione inutile e forviante. Quando abbiamo letto «No solo le donne hanno il ciclo», abbiamo pensato ad una rivendicativa e nemmeno originale stoccata nei confronti degli uomini. È una vecchia e trita battuta quella che si rivolge a maschi particolarmente suscettibili, o meglio «isterici» visto che la parola viene da «utero»: ma oggi hai il ciclo? Invece no. Non si tratta di questo. La faccenda non è né ironica, né leggera: è piuttosto «includente» (termine con il quale è indispensabile iniziare a fare i conti) per i transgender. È vero che le marche di assorbenti, nel comunicarsi, hanno sempre dettato il modo in cui vivere «quei giorni del mese» (altro termine indispensabile e orrido). Ma noi siamo della generazione che ha mandato a casa le «indisposte», quelle che, quando avevano le mestruazioni (fa senso, ma si chiamano anche così) si facevano fare la giustificazione per saltare educazione fisica. Noi siamo quelle a cui Nuvenia diceva che potevamo fare il bagno, andare a cavallo, fare ginnastica a scuola ed essere fresche e di buon umore. E comunque del ciclo non si parlava, mai. Che era l'unico modo per non essere tacciate da donnette umorali. Ora Tampax e Nuvenia e tutti gli altri, inaugurano la nuova era: orgoglio ciclo. Bisogna, secondo loro, non nasconderlo in alcun modo (da brividi solo a pensarci), andarne fiere, esibirlo. Forse anche appendendo un fiocco rosso fuori dalla porta ogni 28-30 giorni. Tanto che l'ultima trovata Tampax, «Non tutte le donne hanno il ciclo e, non solo, non tutte le persone con il ciclo sono donne. Celebriamo la diversità di tutte le persone che hanno il ciclo. #mythbusting #periodtruths #transisbeautiful», avrebbe fatto imbufalire le femministe: «Così cancellano la donna». A parte la logica ineccepibile ma che suona, chissà perché, un po' sperticata, qualcosa di paradossale e macchinoso che fa venire in mente un sillogismo paradossale perché privo di termine assoluto, tipo: i treni fumano, mio zio fuma, mio zio è un treno. Ecco, a parte ciò, la polemica è partita prepotente. «Un altro brand che non comprerò più. Solo le donne hanno il ciclo. Non tutte le donne, ma solo le donne». «È un fatto biologico che hai bisogno di un utero per le mestruazioni e che solo le donne ne hanno uno. I maschi no. Non ho idea del motivo per cui Proctor & Gamble pensasse che fosse una buona strategia di marketing alienarsi la loro unica base di clienti in questo modo», ha argomentato la scrittrice e femminista Susan Dalgety. Critico anche Buck Angel, attore porno americano e attivista per i diritti trans: «Le uniche persone che hanno il ciclo sono donne biologiche e uomini transgender. Nessun altro essere umano ha il ciclo. Quindi no, non tutte le persone hanno il ciclo». Solo in pochi hanno difeso l'azienda, per lo più dal mondo dei trans: «Grazie alle persone dietro Tampax, per il vostro linguaggio inclusivo», ha scritto un sostenitore. Comunque, se ci tengono la Proctor & Gamble e ci tengono i transessuali, per noi va bene così.

Va bene che Tampax ci dica come dobbiamo indossare il ciclo nel Terzo Millenio, (e cioè come un accessorio di Hermes), e va bene che ai trans vengano riconosciuti gli odiosi, invalidanti, intimissimi crampi mensili. Noi continueremo a negare fino alla menopausa. E continueremo a fare educazione fisica perché nessuno si accorga di niente. «L'utero è mio e melo gestisco io».

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