Sono arrivati dalle periferie più remote del mondo ma anche dai Paesi più importanti del pianeta, dagli Stati Uniti al Timor Orientale. Papa Francesco ha convocato a Roma tutti i membri del collegio cardinalizio per un concistoro ordinario per la creazione di nuovi porporati e soprattutto per le riunioni di domani e dopodomani durante le quali, tutti i cardinali, suddivisi anche per gruppi linguistici si potranno confrontare sulla riforma della Curia Romana e sulle questioni aperte nella Chiesa. Intanto da Bergoglio è arrivata una nuova iniezione nel collegio cardinalizio: venti nuovi cardinali creati ieri pomeriggio all'interno della Basilica di San Pietro durante una cerimonia presieduta dallo stesso Pontefice. Ci sono cardinali dall'India, dalla Corea del Sud, da Singapore, Spagna, Brasile, Regno Unito, Timor Orientale, Italia, Paraguay, Mongolia, Ghana e Nigeria. Ancora una volta vengono privilegiati i paesi più piccoli, quelli «dimenticati» dai potenti del mondo. Cinque gli italiani scelti dal Papa: tre di loro, essendo ultraottantenni, sono non elettori mentre gli altri due potranno entrare di diritto in un futuro conclave. Sono il vescovo di Como, Oscar Cantoni e il Prefetto Apostolico di Ulan Bator, in Mongolia, il missionario cuneese Giorgio Marengo, che con i suoi quarantotto anni diventa il cardinale più giovane del mondo. «Sono grato al Papa per la fiducia che mi ha concesso», spiega a Il Giornale, «spero che la mia esperienza possa servire per una bella riflessione sul ruolo dei giovani nella Chiesa».
Con questo concistoro, l'ottavo di Papa Francesco, durante il quale il Pontefice ha lanciato un appello contro la nuova «guerra fredda in Europa», il numero degli elettori sale a 132, dodici in più rispetto al tetto di 120 fissato da San Paolo VI. Quello dei votanti in conclave è un gruppo formato ormai principalmente da cardinali creati da Bergoglio: sono 85 in tutto, seguiti dai cardinali creati da Benedetto XVI, 38 porporati, e da San Giovanni Paolo II, 11 berrette rosse (e tutti insieme sono andati a salutare Ratzinger). Segno che il nuovo vento di riforma portato da Francesco certamente in futuro potrebbe dettare la linea all'interno della Sistina. E si tratta di un vento che non tiene più conto della centralità di Roma e del potere della Curia Romana ma che ha spostato il baricentro verso gli angoli più remoti del globo terrestre: basti pensare che tra gli elettori, seppur gli europei rappresentino il 40,1% del gruppo, sono seguiti subito dopo dagli asiatici (15,9%) e dagli africani (12,9%). Rimane comunque il primato dei cardinali italiani con venti elettori in conclave, seguiti dagli statunitensi, dieci elettori e da spagnoli e brasiliani, sei elettori a testa. Proprio dalla Chiesa americana sono arrivate le principali critiche al pontificato, ma con la fresca nomina del vescovo di San Diego a cardinale, gli elettori vicini alla linea di Francesco sono adesso sei su dieci (Wilton Gregory, Joseph Tobin, Blase Cupich, Kevin Farrell, Sean Patrick O'Malley e Robert Walter McElroy).
Dalle statistiche dei votanti fornite dalla Sala Stampa della Santa Sede, viene precisato, però, che è stato escluso il cardinale Angelo Becciu, sotto processo in Vaticano per lo scandalo del palazzo di lusso a Londra e privato dal Papa dei diritti connessi al cardinalato, tra cui, appunto, il
diritto di voto in conclave. Il porporato sardo era presente ieri pomeriggio in Basilica: seduto tra le prime file, Becciu ha ricevuto un invito personale dal Pontefice e ha partecipato alla cerimonia insieme ai confratelli.
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