Il nuovo Califfo sarà il "distruttore"

Così è chiamato Abdullah Qardash, ex ufficiale iracheno ritenuto l'erede di Al Baghdadi

Il nuovo Califfo sarà il "distruttore"

Di certo nessuno piangerà sulla tomba di Abu Bakr Al Baghdadi. Seguendo la stessa procedura attuata dopo l'eliminazione di Osama Bin Laden gli uomini della Delta Force che nella notte tra sabato e domenica avevano caricato sugli elicotteri i resti martoriati del Califfo hanno ricevuto l'ordine di disperderli in mare. Nel frattempo la morte del leader dello Stato Islamico innesca polemiche giornalistiche e dispute dottorali. Sul fronte dei media viene messa in dubbio la ricostruzione in stile hollywoodiano del blitz offerta dal presidente Donald Trump. Sul fronte dell'antiterrorismo gli esperti si accapigliano sul nome del successore del Califfo.

Le discussioni più appassionate, almeno in America, riguardano i teatrali resoconti di un Trump pronto a descrivere gli ultimi momenti di un Al Baghdadi ripreso mentre «ansimava, piangeva e urlava». Un resoconto considerato perlomeno dubbio dal New York Times. I filmati delle telecamere montate sugli elmetti delle forze speciali oltre a non riprodurre il sonoro non sarebbero in grado di agganciare il satellite dentro un tunnel come quello in cui s'è infilato il Califfo prima di farsi saltare in aria. Dunque cos'ha visto il Presidente? Probabilmente nulla, specula il New York Times, mentre il segretario alla Difesa, Mark Esper spiega all'Abc che il presidente potrebbe aver «avuto la possibilità di parlare con gli uomini del commando presenti sul campo». Spiegazioni che non salvano l'inquilino della Casa Bianca dalle contestazioni di un gruppo di veterani dell'Iraq appostati in quel «Nationals Park Stadium» di Washington dove domenica si giocavano le finali del campionato di baseball e dove il presidente sperava, s'illudeva di venir osannato come il grande vincitore della guerra allo Stato Islamico. Una guerra che non può, comunque, dirsi terminata. La morte di Al Baghdadi apre ora la corsa alla successione.

Una corsa che secondo alcuni esperti, si sarebbe conclusa già lo scorso 8 agosto quando Amaq, l'agenzia ufficiale del Califfato, annunciava la designazione come erede del Califfo di Abu Abdullah Qardash, un ex ufficiale dell'esercito di Saddam Hussein che nel 2004 aveva condiviso con Al Baghdadi la cella della prigione americana di Camp Bucca in Iraq dove erano entrambi detenuti. Soprannominato il «Professore» per la sua laurea in studi islamici e per il ruolo di supremo giudice religioso svolto dentro l'Isis Qardash è conosciuto anche come il «distruttore» per la ferocia con cui ha sempre perseguitato chiunque, dentro e fuori l'organizzazione, si frapponesse al suo capo. Secondo altri esperti, tra cui Rita Katz direttrice di Site, uno dei centri di ricerca più attenti nell'analisi dei documenti del terrorismo islamista, il comunicato di Amaq era un falso. Altri studiosi delle gerarchie dell'Isis fanno notare come Qardash - un turcomanno originario di Tal Afar - non possa vantare, a differenza di Al Baghdadi, l'appartenenza ai «Qurasyshi», la stirpe degli eredi del Profeta a cui l'Islam wahabita riserva il privilegio di aspirare alla carica di Califfo. Ed è anche strano che l'erede del Califfo sia stato nominato senza un comunicato ufficiale di quella shura (assemblea) dei capi militari e religiosi dell'Isis chiamata per statuto a designare un nuovo leader supremo.

Una «shura» che viste le difficoltà del movimento impiegherà più di qualche settimana prima di trovare un luogo adeguato in cui riunirsi e decidere senza il rischio di ritrovarsi prima del previsto al fianco di Al Baghdadi e delle 72 vergini nel tanto desiderato Paradiso dei Martiri.

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