Pronto il nuovo decreto: chiusure fino a marzo ​Dove non si può andare

Resta alta l'attesa per le ridefinizioni cromatiche che riguarderanno tutte le regioni italiane. Lo stato di emergenza viene prorogato fino al prossimo 30 aprile

Pronto il nuovo decreto: chiusure fino a marzo ​Dove non si può andare

La bozza del nuovo Dpcm, che sarà discussa dalle ore 20:30 in Consiglio dei ministri, sembra confermare la dura linea di restrizioni già anticipata in più occasioni dal governo giallorosso.

Le ultime modifiche apportate al testo dell'ordinamento, che entrerà in vigore a partire dal prossimo 16 gennaio, sono state presentate durante la riunione con regioni, comuni e province."La situazione non può essere sottovalutata, lavoriamo insieme tempestivamente ad anticipare le restrizioni per evitare una nuova, forte ondata", ha dichiarato Roberto Speranza a margine dell'incontro.

La fine dello stato di emergenza viene ulteriormente procrastinata, almeno fino al prossimo 30 aprile, come ci ha tenuto a ribadire il ministro della Salute. Per quanto riguarda invece le norme previste dal decreto emanato mercoledì sera e quelle contenute nel prossimo Dpcm, esse saranno valide dal 16 gennaio fino al 5 marzo. L'unica eccezione pare al momento quella relativa al divieto di spostamento tra regioni (comprese quelle gialle), che è stata confermata, quantomeno per ora, fino al 15 febbraio.

Tra le rigide misure già in essere, sarà confermata quella del coprifuoco, in vigore a partire dalle ore 22 fino alle 5 del mattino. Per quanto riguarda le attività lavorative, dovrebbe essere ancora una volta ribadita la stretta nei confronti di palestre e piscine, oltre che di cinema e teatri. Anche le piste da sci resteranno chiuse, per il momento con certezza almeno fino al prossimo 15 febbraio. Da lunedì, invece, dovrebbero riaprire i musei, anche se esclusivamente all'interno di zone gialle e nei giorni feriali. Dovrebbe essere convalidato anche il divieto di asporto nei confronti dei bar dopo le ore 18. Un provvedimento che ha sollevato un mare di polemiche anche al momento dell'illustrazione del decreto durante la riunione tenuta dall'esecutivo con regioni, comuni e province. "Abbiamo ribadito la nostra forte preoccupazione riguardo l'ipotesi di un divieto di asporto per i bar dopo le ore 18, che non porterebbe vantaggi significativi sul piano della prevenzione sanitaria e al contrario rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori, in particolare ai danni di categorie già fortemente colpite dalle restrizioni in queste settimane", ha dichiarato con preoccupazione, secondo quanto riportato da "Il Messaggero", il presidente della Conferenza delle regioni e governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini.

Dovrebbe essere confermata anche la didattica a distanza al 50% per quanto riguarda le scuole superiori, mentre si inaspriranno ulteriormente le soglie previste per la definizione cromatica dei territori. "Le soglie di accesso RT scendono a 1 per arancione e a 1,25 per rossa.

Ma si va in arancione anche semplicemente con rischio alto sulla base dei 21 criteri", ha spiegato Speranza, come riferito da "Il Corriere". Resta alta, per le ovvie ripercussioni economiche che caleranno come una scure sugli italiani, l'attesa per la ridefinizione cromatica delle regioni dello Stivale.

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