Nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere (la terza in poche settimane) per Luca Lucci. Stavolta l'accusa per il capo ultrà milanista è di aver avuto un ruolo, «quanto meno quale mandate», nel tentato omicidio di Enzo Anghinelli, un altro ultrà della Curva rossonera, del 12 aprile 2019 a Milano.
Lucci, tra i leader indiscussi della Sud, era stato arrestato il 30 settembre nell'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nelle due Curve di San Siro. E poi ancora in un'indagine su un maxi traffico di droga. Per l'agguato a Anghinelli, cui due killer in scooter hanno sparato in testa in via Cadore, zona Porta Romana, e che si salvò per miracolo, il 17 ottobre era stato già fermato, nell'inchiesta della Mobile coordinata dai pm Paolo Storari e Leonardo Lesti, Daniele Cataldo, considerato il vice di Lucci. Lucci allora risultava indagato e ieri gli è stata notificata nel carcere di Voghera la nuova ordinanza del gip Domenico Santoro. Il tentato omicidio sarebbe maturato nel contesto di «uno scontro per il controllo della Curva Sud» e per suggellare la «supremazia» conquistata dal 2016 da Luca Lucci, che era in guerra contro un altro gruppo di ultrà milanisti, i Black Devil, capeggiati da Domenico Vottari, cui era legato Anghinelli.
Continua il gip: i «propositi» di Anghinelli «minavano il potere esercitato» da Lucci «sulla Curva». Questo, insieme al fatto che Anghinelli era considerato «un infame» e che avrebbe «manifestato la volontà di sparare o comunque di fare del male a sua volta» proprio a Lucci, rappresenta «l'esistenza di un solidissimo movente» a carico di Lucci stesso.
Intercettato, Giuseppe Caminiti, il guardaspalle calabrese ed esponente di spicco della Curva interista, diceva del leader rossonero: «È cresciuto nel Milan però ha fatto piazza pulita... Loro sono un bella batteria... Quando c'era qualcuno che voleva fare un attimo lo scemo nella Curva del Milan l'han seccato». Il riferimento sarebbe appunto al tentato omicidio di Anghinelli: «L'han sparato, è vivo ma è come un vegetale».
Infine il gip descrive i «contatti» tra «esponenti della Curva Sud» e «ambienti della criminalità organizzata calabrese», che attestano un «progressivo avvicinamento tra
delinquenza da stadio e 'ndrangheta, che lascia pensare a sviluppi preoccupanti» e che conferma la «estrema pericolosità» del gruppo «capeggiato» da Luca Lucci, il quale può «avvalersi di legami di così rilevante spessore».
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