Oggi sempre meno piccoli trovano una famiglia stabile. Ma il vero problema rimangono tempi e costi del procedimento

Le adozioni internazionali calate a 540 casi. Il verdetto può far da apripista ai diritti dei gay

Oggi sempre meno piccoli trovano una famiglia stabile. Ma il vero problema rimangono tempi e costi del procedimento
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1. Cosa cambia nel mondo delle adozioni con la sentenza della Corte Costituzionale?

Ora anche uomini single e donne single potranno adottare i bambini stranieri. Per loro valgono le stesse regole che vengono applicate alle coppie, comprese le procedure per determinare l'idoneità ad adottare o meno. Sarà poi il Paese estero a valutare se esiste un bambino «compatibile» per l'adozione da parte di quell'aspirante genitore.

In passato ci sono già stati casi di adozione da parte di single fatte all'estero (Ucraina, Usa, Regno Unito) e poi riconosciute in Italia. Grazie alla sentenza della Corte costituzionale, adesso i single potranno richiedere l'adozione di bimbi stranieri direttamente dall'Italia, così come avviene già per le coppie sposate.

2. Oggi come funzionano le adozioni?

Oggi possono adottare solo le coppie sposate da almeno 3 anni: il genitore più giovane non deve aver superato i 41 anni per l'adozione di un neonato e i 58 anni per un minore 17enne. Nel momento in cui la coppia supera i test di idoneità, in caso di adozioni internazionali, entro un anno deve inoltrare la domanda a una delle 49 onlus autorizzate. Successivamente viene individuato il Paese e si fa richiesta. Una volta individuato il minore e fatto l'«abbinamento», la coppia si reca sul posto per incontrarlo.

L'autorizzazione arriva dal Paese d'origine e dalla Commissione Adozioni Internazionali, e il costo a carico della famiglia è di circa 20mila euro che includono le spese per l'ente, quelle legali, di viaggio (vitto e alloggio nel Paese d'origine del minore) e altri costi per traduzioni, interpretariato e visto.

3. Quanti sono i single interessati all'adozione?

Per ora non è possibile stimare una cifra. Fino a ieri non era un'opzione contemplabile, quindi non esistono registri o database che raccolgono richieste.

4. La sentenza è un unicum o ci sono precedenti?

È la prima volta che a pronunciarsi sia la Corte Costituzionale. Ma in passato, nel 2019, la Corte di Cassazione aveva creato un precedente: aveva respinto il ricorso dei genitori di un bimbo di 8 anni con grave disabilità e da loro abbandonato nei primi mesi di vita. Il bambino era stato affidato a un single.

5. Quale conseguenza potrebbe avere una rivoluzione del genere?

Potrebbe aprire la strada a un'ulteriore apertura nelle adozioni. Innanzitutto consentendo ai single anche di adottare bambini in Italia. E in secondo luogo potrebbe riaprire il dibattito sulle adozioni da parte di coppie non sposate e omosessuali.

6. Ci sono paesi in cui le coppie gay possono già adottare?

Le adozioni da parte delle coppie omosessuali sono legali in 13 Stati: i primi sono stati i Paesi Bassi, nel 2001. In ordine di tempo, gli ultimi a prevederlo sono stati Austria, Irlanda e Portogallo (nel 2016) e poi Finlandia e Germania (nel 2017). Il Parlamento europeo sta discutendo una proposta di regolamento sul riconoscimento della genitorialità tra Stati membri, con l'obiettivo di uniformare le leggi nei vari Stati Ue.

7. Quante sono le adozioni?

Poche, sempre meno. Quelle internazionali sono 540, con 1.880 coppie in lista d'attesa e quelle di bambini italiani sono state 866 nel 2021 a fronte di 7.900 richieste. Il numero delle famiglie disponibili all'adozione è dimezzato rispetto a 20 anni fa ma il numero dei bambini abbandonati è sempre troppo alto: 200 milioni nel mondo, 30mila in Italia.

8. L'apertura ai single potrebbe essere una soluzione?

Marco Griffini, presidente Ai.Bi. (Amici dei Bambini) ragiona sul fatto che per dare nuovo slancio alle adozioni sarebbe necessario altro.

Ad esempio eliminare il divario tra la gratuità dell'adozione nazionale (e da poco anche della fecondazione assistita) e le enormi spese che deve sostenere chi si rivolge all'adozione internazionale. Oppure abbreviare l'iter e la via crucis che le coppie devono affrontare per adottare un bambino.

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