Roma - «Fa paura». Mentre il ministro Minniti invita ad abbassare i toni della campagna elettorale per evitare violenze, c'è uno spot che usa queste parole per motivare al voto contro la coalizione di centrodestra. Ma oltre al messaggio, a essere rilevante è soprattutto chi paga la diffusione capillare del video in Rete. Lo sponsor è Avaaz, una Ong grande come una multinazionale, nata da MoveOn, gruppo di pressione vicino all'area democratica e finanziato da George Soros, il controverso miliardario che specula sulla politica, noto in Italia per la speculazione sulla lira che nel 1992 portò la valuta italiana fuori dal Sistema monetario europeo e oggi nemico numero uno del premier ungherese Viktor Orban.
Lo spot compare a rotazione su Facebook, la piattaforma dalla censura facile, ma che evidentemente non disdegna gli introiti della pubblicità politica. Pochi secondi a effetto con immagini di Berlusconi, Meloni e Salvini, mischiate a piazze piene di bandiere del centrodestra e perfino l'immagine di un manifestante avvolto nella nebbia con un fumogeno in mano, come se la coalizione dei moderati fosse solita sfilare in piazza spaccando tutto come gli antagonisti. Una musica incalzante e minacciosa accompagna il breve messaggio, mentre sullo schermo scorre la scritta «La coalizione di centrodestra è quasi maggioranza». Poi le immagini cambiano tono, e si vedono dei giovani colorati e la scritta che li accompagna apre alla speranza: «Ma possiamo fermarli: basta votare in ogni collegio il candidato che ha più possibilità di battere il candidato del centrodestra».
Sul sito web Avaaz. org compare invece una pagina dedicata alle elezioni del 4 marzo. Ancora una volta si ripete il messaggio sul «rischio» che vinca il centrodestra, citando alcuni titoli di Repubblica che danno la coalizione «a soli 4 seggi dalla maggioranza», e si istruisce il lettore su cosa fare per evitare questa prospettiva rappresentata come se fosse l'avvento di Hitler nella Germania del 1933: «Scopri i collegi decisivi!». L'elenco comprende le sfide all'uninominale in cui il candidato di centrodestra ha un rivale che lo tallona nei sondaggi. Tra i candidati caldeggiati dalla Ong c'è Emma Bonino ma, sorprendentemente, pur di far perdere il centrodestra, Avaaz invita a votare anche qualche candidato grillino: Roberto Fico, che si scontra con Marta Schifone di Forza Italia, a Campobasso il grillino Antonio Federico, pur di non far vincere Aida Romagnuolo della Lega, e il pentastellato Emiliano Fenu, indicato come «argine democratico» a Nuoro contro l'avvocato leghista Lorenzo Palermo. I grillini avevano spesso indicato in Soros l'artefice di ogni possibile complotto, ma forse qualcosa è cambiato anche nel pantheon dei nemici dell'M5s. «Ogni voto può essere decisivo!» è l'invito diramato da Avaaz, accompagnato dalla classica richiesta di diffondere il più possibile queste istruzioni.
La Ong conterebbe su oltre 40 milioni di iscritti nel mondo, ma in
realtà è una macchina virtuale per incalare il consenso. Gli iscritti sono soprattutto contatti on line, cui si chiede a ripetizione di firmare petizioni tutte politiche. Tutto legittimo, ma di certo non molto trasparente.
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