Si apre un nuovo fronte di scontro tra la Lega e il M5S. Sull’Autonomia delle Regioni i pentastellati, alla faccia del tanto sbandierato rispetto del contratto di governo, stanno ponendo un grande freno.
Il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie, la leghista Erika Stefani, nel corso dell’ultimo Consiglio dei ministri, ha richiamato all’ordine i colleghi pentastellati Luigi Di Maio, Giulia Grillo, Alfonso Bonafede e Sergio Costa, gli unici a non essersi espressi sul testo relativo all’autonomia da concedere alla Lombardia, al Veneto e all’Emilia Romagna. “Con le Regioni stiamo lavorando in piena sintonia e i contatti sono costanti: le richieste di autonomia sono forti e vanno oltre i confini politici, questo perché la richiesta di autonomia è la soluzione ai problemi perché attraverso l'autonomia si semplifica e si risponde meglio alle richieste dei territori. La richiesta, quindi, è legittima e la risposta da parte del governo è dovuta”, ha detto la Stefani. Secondo quanto scrive Fabio Rubini di Libero il problema sarebbe proprio questo: Lombardia e Veneto hanno legittimato la loro richiesta attraverso un referendum. Ed è questo a spaventare i Cinquestelle che hanno nel Sud il loro bacino di riferimento e sarebbe difficile spiegare agli elettori meridionali un aumento di finanziamento al Nord.
E, proprio su questo, Barbara Lezzi, ministro con delega al Sud, nel corso di un question time, ha chiarito che: “Le richieste di autonomia che abbiamo previsto nel contratto non saranno uno strumento per favorire alcune regioni a discapito di altre. Il completamento dell'iter, garantisco, non comporterà un surplus fiscale trattenuto al Nord”. E aggiunge: “Avrò modo di monitorare l'azione di governo per fare in modo che le misure adottate assicurino al Sud le risorse di cui ha bisogno per colmare quel gap con il Nord cresciuto a dismisura negli ultimi 25 anni”. Si apre un nuovo fronte di scontro tra la Lega e il M5S. Sull’Autonomia delle Regioni i pentastellati, alla faccia del tanto sbandierato rispetto del contratto di governo, stanno ponendo un grande freno. Il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie, la leghista Erika Stefani, nel corso dell’ultimo Consiglio dei ministri, ha richiamato all’ordine i colleghi pentastellati Luigi Di Maio, Giulia Grillo, Alfonso Bonafede e Sergio Costa, gli unici a non essersi espressi sul testo relativo all’autonomia da concedere alla Lombardia, al Veneto e all’Emilia Romagna.
“Con le Regioni stiamo lavorando in piena sintonia e i contatti sono costanti: le richieste di autonomia sono forti e vanno oltre i confini politici, questo perché la richiesta di autonomia è la soluzione ai problemi perché attraverso l'autonomia si semplifica e si risponde meglio alle richieste dei territori. La richiesta, quindi, è legittima e la risposta da parte del governo è dovuta”, ha detto la Stefani. Secondo quanto scrive Fabio Rubini di Libero il problema sarebbe proprio questo: Lombardia e Veneto hanno legittimato la loro richiesta attraverso un referendum. Ed è questo a spaventare i Cinquestelle che hanno nel Sud il loro bacino di riferimento e sarebbe difficile spiegare agli elettori meridionali un aumento di finanziamenti al Nord. E, proprio su questo, Barbara Lezzi, ministro con delega al Sud, nel corso di un question time, ha chiarito che: “Le richieste di autonomia che abbiamo previsto nel contratto non saranno uno strumento per favorire alcune regioni a discapito di altre. Il completamento dell'iter, garantisco, non comporterà un surplus fiscale trattenuto al Nord”.
E aggiunge: “Avrò modo di monitorare l'azione di governo per fare in modo che le misure adottate assicurino al Sud le risorse di cui ha bisogno per colmare quel gap con il Nord cresciuto a dismisura negli ultimi 25 anni”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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