"Ora Mosca si butterà sui bitcoin ma non potrà comprarci tutto"

L'esperto: "Per trasformarli in valuta servono intermediari"

"Ora Mosca si butterà sui bitcoin ma non potrà comprarci tutto"

La probabile esclusione della Russia dal circuito interbancario internazionale Swift produrrà comunque degli effetti negativi sull'economia russa. Il maggior ricorso agli scambi in criptovaluta, infatti, non è in grado di compensare la perdita di transazioni in valuta fisica. Ne è convinto Marco Camisani Calzolari, titolare del corso di Digital Communication all'Università europea di Roma ed esperto di marketing e di comunicazione digitale, oltreché di criptovalute.

Professor Camisani Calzolari, la Russia potrà sopperire all'uscita da Swift ricorrendo alle criptomonete?

«Il fattore decisivo per lo sviluppo delle criptovalute è l'utilizzo. È chiaro che la situazione attuale può determinare un maggiore ricorso alle cryptocurrency da parte degli operatori russi, ma è il tipo di atteggiamento che ha avuto la Russia a essere sempre stato di difficile interpretazione. È vero che con le criptovalute si possono far circolare soldi eludendo i controlli, ma c'è bisogno di chi poi alla fine converta i bitcoin o gli ethereum in valuta fisica e le conversioni avvengono su exchange internazionali ai quali la Russia ha sempre manifestato una certa diffidenza ad aggregarsi per mantenere questi processi sotto lo stretto controllo nazionale».

Dunque, è una strada in salita?

«Dipende. Tuttavia farei osservare come al momento le criptovalute siano utilizzate per sostenere l'Ucraina che non ha il problema di sanzioni sullo Swift, ma che, tuttavia, potrebbe vedere messa a repentaglio la continuità del proprio sistema bancario. Ricevere donazioni con le quali si possono comprare risorse e perfino armi - anche se questo non è auspicabile - può essere molto utile agli ucraini. Il Paese ha già ricevuto 5 milioni di donazioni in bitcoin e ci sono molti donatori che sfruttano comunque la blockchain».

La Russia, tuttavia è molto avanti nello sviluppo della cryptocurrency.

«Fino ad ora non è stata creata la criptovaluta con corso legale e vi è sempre stato un alternarsi di notizie contraddittorie».

Occorre, tuttavia, sottolineare che se un Paese come la Russia sviluppa maggiormente l'ecosistema delle criptomonete, questo potrebbe consentirle di bypassare l'intento punitivo dell'Occidente nei suoi confronti in quanto avrà sempre un margine per effettuare degli scambi riducendo l'impatto delle sanzioni.

«L'impatto sulla Russia, comunque, ci sarà perché l'economia sommersa, che rappresenta l'universo dei maggiori detentori di bitcoin anche a scopi di riciclaggio, non è in grado di offrire alla Russia i beni di cui ha necessità. Senza contare che il mercato delle criptovalute non è caratterizzato da una grande trasparenza.

Il paradosso è che la Russia ha bisogno di tante altre risorse che non è semplice procurarsi attraverso le criptomonete. Senza tener conto che le risorse di cui ha bisogno sono fisiche e quindi devono anche arrivare in quel Paese, cosa che al momento appare alquanto difficile».

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