Ora Salvini avvisa Mattarella: "Offriamo un programma"

Il segretario della Lega teme un colpo di coda del M5s. "Gli interessi degli italiani vengono prima di tutto"

Ora Salvini avvisa Mattarella: "Offriamo un programma"

Matteo Salvini raccoglie l'appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al «senso di responsabilità» ma non nasconde i timori di un colpo di coda, che possa portare a un governo Pd-M5s: «Ha ragione il presidente Mattarella, gli interessi del Paese e degli italiani vengono prima di qualsiasi altro calcolo politico», commenta il leader del Carroccio, che da un mercato rionale di Milano, mette però chiaro che il centrodestra è la prima coalizione e la Lega è il primo partito.

«Gli italiani non ci hanno chiesto di stare alla finestra a guardare quello che succede», puntualizza Salvini. La strategia del capo del Carroccio è molto chiara: partire dalla vittoria del centrodestra e provare, senza forzature, a dare un governo al Paese, evitando un mercato di poltrone e incarichi. E per condurre in porto l'operazione, Salvini, reduce da una nuova polemica con Roberto Saviano, segue la strada già intrapresa da Luigi di Maio: andare alle Camere e chiedere la fiducia sul programma. «Non penso ad accordi con partiti, come ho detto già. Stiamo lavorando al programma che offriremo ai parlamentari, al Parlamento. Su alcuni punti vedremo chi ci dà una mano a portarli avanti e chi invece dice di no a prescindere. Quindi niente accordi organici né col Pd né coi 5 Stelle né con la Boldrini», chiarisce il leader leghista. Ma la strada non è in discesa e soprattutto potrebbe nascondere ostacoli dietro l'angolo. Il primo da superare, secondo i leghisti, sono le consultazioni con Mattarella: «Salire insieme al Quirinale avrebbe un senso. Indicherebbe chiaramente che Salvini è il candidato della coalizione del centrodestra. La Lega non fa nessuna Opa sul centrodestra. Sono gli elettori che hanno scelto. Toti ha una sua idea da tempo circa il partito unico. Ma in caso noi come Lega saremmo pronti», dichiara ai microfoni di Giorgio Zanchini a Radio anch'io Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega, braccio destro di Salvini. Il segretario della Lega vorrebbe giocare a carte scoperte con gli alleati, avere in tasca la certezza di essere lui il nome indicato dalla coalizione per Palazzo Chigi. Ma è una garanzia che non si traduce in una maggioranza nei due rami del Parlamento: al centrodestra mancano 53 voti alla Camera e 20 al Senato. Voti che Salvini teme di non poter recuperare; da qui il passo felpato, la scelta di non forzare troppo per ottenere l'incarico dal Colle. Le opzioni che Salvini e il suo cerchio ristretto valutano sono due: affrontare la fase post-consultazioni con un percorso lineare, chiedendo la fiducia su alcuni punti programmatici o ributtare la palla nel metà campo del M5s.

Aspettando che Luigi di Maio fallisca il primo tentativo di formare un governo. Nella speranza che il secondo spetti al leader leghista. Quando forse quel richiamo di Mattarella alla responsabilità sarà ancora più incisivo.

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