Yanis Varoufakis all’attacco dell’Italia, del suo governo, della sua economia e pure di Matteo Salvini. L’ex ministro delle Finanze della Grecia – durato molto poco nel governo di Alexis Tsipras – boccia l’economia tricolore.
"Se fossi una agenzia di rating avrei detto le stesse cose sull’Italia" dice in occasione di un’intervista al quotidiano La Stampa, in riferimento al giudizio dell’agenzia di rating Fitch, che ha confermato il rating BBB italiano, abbassando però l’outlook da "stabile" a "negativo". Anche se – continua l'accademico – "avrei atteso di vedere cosa fanno Salvini e Di Maio prima di dare il voto al Paese". Poi, si dice curioso di vedere i due – insieme al premier Conte – alle prese con le sfide del Fiscal Compact.
Un addolcimento di pillola prima della sentenza: "Il quadro italiano non è sostenibile nell’attuale Eurozona". Poi, però, l’economista ellenico aggiunge a mo' di monito: "Se l’Italia uscisse dall’Eurozona sarebbe la fine dell’euro e porterebbe alla divisione tra Nord e Sud".
A seguire Varoufakis ne ha, come detto, per il ministro dell’Interno, che definisce come "assai abile a parlare con chi ha perso la speranza" e primo esponente di una politica populista che si basa solo su "xenofobia, chiusura dei confini e orgoglio nazionale". Cosa che è sintomo – dice sempre lui – di un "momento di fascismo".
E qui il greco, dopo aver evocato pure Goebbels, picchia giù duro: "I soli ad aver capito che occorre uno spirito internazionale sono le banche,
straordinarie nell’unirsi, e i fascisti, nuovi o vecchi, come sempre solidali fra loro. Si era già visto con Franco, Hitler e Mussolini. L’ultradestra, i razzisti e gli xenofobi si uniscono sempre magnificamente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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