Ore contate per l'assessore. Piroetta per incolpare la destra

Pronto a dimettersi Bardelli che tramava contro la giunta, ma Sala lo difende. E il Pd contrattacca: "Gli indagati hanno contattato Foti, Lupi e Morelli"

Ore contate per l'assessore. Piroetta per incolpare la destra
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Doveva essere giorno di dimissioni e annunci di rimpasto ma ieri il sindaco di Milano Beppe Sala ha rinviato ad oggi l'addio - ormai inevitabile - dell'assessore alla Casa Guido Bardelli, finito nelle intercettazioni della Procura legate all'urbanistica milanese. Nel settembre 2023, quand'era ancora senior partner di uno studio legale che curava le cause di costruttori, criticava in chat con l'ex dirigente comunale Giovanni Oggiani finito ai domiciliari l'operato della giunta Sala e sosteneva: «Dobbiamo mandarla a casa». Sei mesi dopo ci è entrato, per volontà del sindaco e contro il parere del Pd, allergico ai ciellini (è stato presidente della Compagnia delle Opere). Sala ieri non ha scaricato Bardelli, «umanamente mi dispiace, si è fatto apprezzare in questi mesi da tutti, anche dal Pd che aveva avuto qualche mal di pancia. Non avevo sospetti. Poi magari sono singole frasi che possono scappare, decideremo insieme ma lui stesso è consapevole che la situazione non è semplice». Ha contestato in chat anche il collega che gestisce le pratiche dell'urbanistica, e per i pm «c'è compenetrazione tra interessi di Oggioni, Bardelli e imprenditori immobiliaristi». Oggi le dimissioni. Il Pd ha fatto pressing per sostituire un altro paio di assessori ma Sala ieri ha stoppato: «Mancano due anni alla fine, non è saggio». Due sere fa si è sentito «a lungo» con la segretaria Pd Elly Schlein, «è stata di supporto, in politica i rapporti non sono mai totalmente sereno ma riconosco il suo ruolo e non ci tengo a litigare».

Eppure i rapporti negli ultimi mesi sono stati tesi eccome, Sala ha difeso strenuamente la proposta di legge Salva Milano che due giorni fa ha gettato rapidamente nel cestino, ufficialmente perché «gli elementi di novità e purtroppo di maggiore gravità descritti dai pm inducono a non proseguire», in realtà come ha dovuto ammettere ieri Sala, «nell'ultimo paio di mesi si era già capito che si rischiava di non andare da nessuna parte, non era in buona salute. Dopo le ultime notizie mi è sembrata una cosa onesta e matura fare un passo indietro io stesso». Aveva minacciato le dimissioni a Schlein quando dopo l'ok alla Camera, in Senato qualche esponente dem aveva sollevato dubbi. Poi ha ritirato il passo indietro «ma se il Pd non vota si aprirà un caso politico». Guerra aperta. Ha difeso in tutte le sedi e interviste la bontà del ddl che serviva a sbloccare il settore edilizio e miliardi di investimenti. Schlein e i suoi colonnelli ora hanno fatto una piroetta: hanno distrutto il ddl, «salvato Sala» e gettato ombre sul centrodestra. «L'arresto e i fatti emersi sono molto gravi, il Salva Milano muore in Senato» la pietra tombale di Schlein. Il coordinatore milanese Alessandro Capelli e la senatrice Pd Silvia Roggiani scrivono che «nelle intercettazioni non risulta mai citato nessuno del Pd, anzi la presunta dettatura della norma sarebbe avvenuta dagli indagati a politici di centrodestra su un progetto di legge iniziale bocciato e mai sostenuto dal Pd». Nel mirino i deputati FdI Tommaso Foti, il sottosegretario della Lega Alessandro Morelli e il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi che ribatte: «Nulla da nascondere o da svelare, non servivano intercettazioni per capire che i parlamentari per affrontare questioni complesse si confrontano con esperti e associazioni». Tanto più che il centrodestra ha lavorato per risolvere un'emergenza creata da Giuliano Pisapia prima e Beppe Sala poi, giunte a guida Pd che hanno varato le «autorizzazioni semplificate» nel mirino dei pm. «Invece di chiedere scusa Schlein fa una becera operazione di sciacallaggio» incalza il deputato FdI Marco Osnato. Anche Azione e Italia Viva difendono il Salva Milano.

«Il dietrofront di Sala e Pd danneggia la città, non riteniamo che le evoluzioni delle inchieste inficino e vanifichino la norma» dichiara la parlamentare di Azione Giulia Pastorella, il Pd «sta facendo polemiche strumentali perchè non ci ha mai creduto». Appunto.

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