"In questi mesi ho fatto di tutto per aiutare l'ex sindaco Marino. L'ho fatto con convinzione, anche quando tante persone che stimo mi suggerivano di lasciar perdere, quando molti mi spiegavano che sarebbe stato impossibile migliorare le cose. L'ho fatto proteggendo l'amministrazione dalla pressione dei molti – dentro e fuori il Pd – che chiedevano di voltare pagina. Ho chiesto a persone di grande qualità di venire a dare una mano, perché Roma ne aveva bisogno. Nonostante l'esito sono convinto di aver fatto bene: i partiti devono avere un rispetto sacro delle scelte degli elettori, e prima di porre termine a un'esperienza nata dal voto popolare bisogna fare di tutto per evitarlo". Con queste parole inizia su Facebook il lungo post con cui Matteo Orfini, presidente del Pd e commissario del partito romano, spiega le ragioni che lo hanno portato a sostenere il sindaco di Roma, Ignazio Marino che definisce "ex" anche se ufficialmente le sue dimissioni saranno rassegnato soltanto lunedì.
"Ho fatto di tutto - si giustifica Orfini - per aiutare il sindaco a migliorare la sua squadra e l'azione amministrativa. L'ho difeso quando era più difficile farlo, quando le sue scelte destavano sconcerto nei romani. Ho cercato di comprenderne la difficoltà e le debolezze. Ma non è bastato. Non è bastato perché una infinita serie di errori hanno definitivamente compromesso autorevolezza e credibilità del sindaco verso la città". Orfini attacca direttamente Marino per lo scandalo relativo agli scontrini scrivendo a chiare lettere che "scaricare la responsabilità sui propri collaboratori" non può essere definita una "spiegazione".
"Vicende che non possono essere sminuite - è l'affondo del presidente del Pd - se un uomo della legalità come Alfonso Sabella ha ritenuto di dover far sapere che avrebbero impedito la sua permanenza in giunta qualora il sindaco non si fosse dimesso. Spero prima o poi arrivino risposte chiare". Non mancano, però, i ringraziamenti a Marino per aver "rotto meccanismi discutibili e incrostazioni corporative che indebolivano la città" e anche l'ammissione: "quando lo ha fatto non sempre ha avuto il Pd al suo fianco. Anzi. Spesso lo ha avuto contro e fa bene a ricordarlo. Ma quel Pd non c'è più". Orfini rivendica che, dopo il commissariamento, il partito "si è messo al servizio suo" e ha condotto le sue battaglie, "anzi, le ha fatte più e meglio di lui".
"Per questo nessuno, nemmeno Marino, può permettersi di dire che dopo le sue dimissioni torneranno quei poteri e vincerà la mafia. Perché in questi mesi il Pd di Roma ha combattuto quei poteri più e meglio di tutti gli altri, Marino incluso. La guerra alla mafia di Ostia è cominciata non quando si è insediato Marino, ma quando ho mandato Stefano Esposito in quel territorio", è l'ulteriore affondo di Orfini. "Prima - prosegue - nessuno si era accorto di niente, nemmeno Marino. La bonifica degli uffici comunali dai dirigenti infedeli poi finiti nell'occhio del ciclone è cominciata quando faticosamente abbiamo convinto Marino a farla, con due anni di ritardo. E potrei dire lo stesso su tanti altri settori. Nessuno può darci su questo lezioni".
"Davvero - scrive attaccando direttamente l'ex sindaco per la terza volta - non voglio credere che Marino abbia detto le cose che ho letto e spero troverà il modo di operare i doverosi distinguo e di smentire i tanti, troppi virgolettati che si leggono sui giornali in queste ore. Se è finita così, è inutile scaricare altrove le responsabilità o immaginare complotti, atteggiamento davvero poco sincero e per niente generoso". Ora che si è voltata pagina "resta un Pd che ha spinto l'amministrazione a fare quello che non era stata in grado o non aveva avuto il coraggio di fare, proprio nel nome della trasparenza e della legalità. Un Pd che le parole onestà e legalità può dirle a testa e voce alta".
"Marino - è la conclusione del ragionamento orfiniano - e tutti noi avremo tempo per riflettere a mente fredda. Ma adesso abbiamo il dovere di pensare prima di tutto a Roma. Mettendo da parte rancori e aspirazioni individuali. Il Pd questo farà: non è tempo di polemiche, ma di lavoro per unire la città".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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