Orlando il contestatore, la gaffe di Giannini e la Murgia sessista: il podio dei peggiori

Parlamento nuovo, vecchi orrori. Sul podio di questa settimana salgono: Orlando in piazza contro se stesso, Giannini in crisi con la Costituzione e (in vetta) la Murgia sessista

Orlando il contestatore, la gaffe di Giannini e la Murgia sessista: il podio dei peggiori
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Settimana di grandissimi movimenti a Roma. In attesa del governo, abbiamo un Parlamento nuovo. Ristretto dall'ultima riforma della Costituzione, ma pur sempre nuovo. In tanti hanno lasciato la poltrona e sono tornati alla vecchia vita. Non vedremo più Luigi Di Maio che, come un aeroplanino, vola tra le braccia dei pizzaioli. Né ascolteremo più gli interventi di tanti grillini che, di gaffe in gaffe, coloravano le nostre giornate. Che ne sarà, per esempio, di quel tale che negò l'allunaggio? Molti, però, sono rimasti. E siamo certi che ci riserveranno tantissime chicche. Già l'elezione di Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana alla presidenza delle due Camera, ha fatto andare fuori di testa i soliti. Che, attaccandosi alla tastiera e al cellulare, sono riusciti (ancora una volta) a dare il peggio di sé con post velenosi e dichiarazioni d'odio.

Ma veniamo alla nostra classifica. Quella appena passata è stata una settimana davvero fitta. In molti hanno sgomitato per salire in cima al podio dei peggiori. In terza posizione troviamo Andrea Orlando, ministro del Lavoro (ancora per poco) del governo Draghi. È stato avvistato in piazza con la Cgil a manifestare contro le politiche sul lavoro attuate da quel dicastero che lui stesso guida dal 13 febbraio 2021. Praticamente manifestava contro se stesso.

In seconda posizione premiamo la bufala della settimana. A Otto e mezzo il direttore della Stampa, Massimo Giannini, ha accusato Giorgia Meloni di un fantomatico ritardo nella formazione del governo e ha lodato Mario Draghi per averlo creato in appena dieci giorni. Peccato che, pur avendo vinto le elezioni, alla leader di Fratelli d'Italia non è stato ancora conferito alcun incarico dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Forse, urge un ripasso della Costituzione.

E arriviamo alla prima posizione: Michela Murgia. Si è messa a difendere Roberto Saviano con argomentazioni a dir poco pirotecniche. Per la scrittrice dare della "bastarda" alla Meloni è cultura. Però se è lei a venire insultata, tutte a tirare in ballo il sessismo.

A proposito: che fine hanno fatto le paladine del politicamente corretto del Pd? Sono, forse, troppo occupate a rosicare perché la prima premier donna non solo è di destra ed è la Meloni, ma non si farà nemmeno chiamare "la presidenta".

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