Una morte assurda quella del 33enne otto volte campione mondiale di jiu jitsu in cinque categorie differenti, Leandro Lo, che venerdì prossimo avrebbe tentato di conquistare la nona corona iridata a Austin, in Texas. Il più forte lottatore di jiu jitsu al mondo sabato sera era nel Clube Sírio di San Paolo per assistere con alcuni suoi amici a uno show del gruppo musicale Pixote che suona e canta pagode, un genere nato a Rio negli anni '70 simile alla samba. In America Latina tutte le principali comunità, compresa quella italiana, hanno grandi club nelle principali città con all'interno strutture sportive, teatri e ristoranti dove le persone trascorrono sovente i fine settimana con parenti e amici.
Durante lo show, verso le due di domenica mattina, si avvicina a Leandro e ai suoi amici un poliziotto militare fuori servizio, il 30enne Henrique Otávio Oliveira Velozo. Con fare aggressivo e probabilmente ubriaco, comincia a dare fastidio, Leandro Lo gli dice di «girare al largo» e, in tutta risposta, Henrique Otávio ruba una bottiglia dal suo tavolo. A quel punto il campione reagisce, lo immobilizza a terra con una mossa di jiu jitsu e recupera la bottiglia. Lì accade l'irreparabile: Henrique Otávio si rialza da terra, estrae la pistola d'ordinanza e spara a bruciapelo alla testa di Lo, che poi muore di lì a poche ore nell'ospedale Dr. Arthur Ribeiro de Saboya.
L'altroieri sera il killer si è consegnato alla polizia, si è detto «dispiaciuto per quanto successo» ed è stato subito rinchiuso nel carcere militare Romão Gomes, in attesa del processo per direttissima. Secondo i media brasiliani, il poliziotto era già stato condannato lo scorso anno a nove mesi per l'aggressione di un collega e, quasi certamente, conosceva Lo, essendo lui stesso cintura rossa di Jiu Jitsu. Aggressivo e amante dei fucili, Oliveira Velozo amava esporre la sua routine lavorativa su Instagram con molte immagini che lo vedono impugnare armi di grosso calibro e partecipare a lezioni di jiu jitsu. Per il grande sdegno che ha causato la morte dell'otto volte campione del mondo in Brasile, il profilo del poliziotto è stato preso d'assalto da migliaia di internauti, indignati per il suo folle gesto.
Anche un altro omicidio ha sconvolto il Brasile nell'ultimo fine settimana. L'altroieri è stato arrestato il console tedesco a Rio, Uwe Herbert. L'accusa è di aver ucciso il 53enne marito belga, Walter Henri Maximilien Biot. L'omicidio è avvenuto nella loro casa di Ipanema e sarebbe conseguente al rifiuto del marito del diplomatico a lasciare il Brasile per Haiti, dove Uwe era stato trasferito.
Il console ha dichiarato che Biot aveva bevuto alcolici, assumeva sonniferi e avrebbe avuto una crisi psicotica che lo ha fatto cadere, ferendosi mortalmente. Le analisi hanno però rivelato una trentina di ferite sul corpo di Biot, il che fa ritenere più probabile agli inquirenti una colluttazione conclusasi in modo tragico.
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