Una nuova tegola si abbatte sul capo di Federico Pizzarotti. Il sindaco di Parma, già accusato di abuso d'ufficio e per questo sospeso dal Movimento 5 Stelle, è ora iscritto nel registro della procura anche per l'alluvione del Baganza, che avvenne il 13 ottobre 2014.
Il nome del primo cittadino compare accanto a quelli di Gabriele Mainetti, dirigente della protezione civile regionale, di Gabriele Alifraco, che guida quella provinciale, dell'ex responsabile del servizio tecnico di bacino Gianfranco Larini e del comandante della polizia municipale Gaetano Noè.
Già pochi giorni dopo l'alluvione erano arrivate le prime accuse a Pizzarotti. Il consigliere Democratico Nicola Dall'Olio, a fronte di un disastro da oltre 100 milioni di euro di danni, aveva sostenuto che l'allerta era arrivata in Comune tre giorni prima dell'alluvione, sottintendendo che non era stato poi fatto abbastanza per preparare la città.
Il sindaco è ora indagato per disastro colposo, come massima autorità di protezione civile a Parma. Dalle indagini, condotte da polizia municipale e Corpo forestale, al momento trapela molto poco. Non ci sarebbe comunque sotto accusa Pizzarotti per responsabilità individuali, ma piuttosto l'apparato di protezione civile in generale.
Tra i passaggi al
vaglio degli inquirenti appunto anche un fax arrivato dalla prefettura sabato 11 ottobre e protocollato soltanto lunedì, il giorno del disastro. Il sindaco in quei giorni non era in città, ma impegnato in una missione in Cina,- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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