La patacca del dottor Grillo: quella laurea tutta da ridere

Beppe si commuove per il titolo ricevuto da un misterioso ateneo. Una volta avrebbe ringraziato con una pernacchia

La patacca del dottor Grillo: quella laurea tutta da ridere

Fuma di patacca e ci spiace dirlo al neolaureato Beppe Grillo, ma siamo sicuri che, un tempo, anche lui avrebbe sorriso di questa laurea che non lo celebra, ma lo degrada da «Elevato» a «Dottore», anzi, «Giuseppe Grillo, the title of doctor honoris causa in Human Sciences». E dunque, davvero, guardando ieri la fotografia di Grillo ricevere non uno, ma bensì due titoli di studio, abbondandis in abbondandum direbbe Totò, dalla World Umanistic University di Miami, ma con sede a Quito (Ecuador), veniva da pensare che sarà forse questa l'immagine che, fra tanti anni, racconterà la parabola del comico che non riuscì più a fare sorridere e neppure a farsi prendere sul serio.

C'è infatti da scommettere che il vecchio Grillo avrebbe demolito questo nuovo con il tocco e con la toga che è volato oltreoceano (a proposito, dove? Quito o Miami?) per ricevere la pergamena che gli è stata conferita, e qui Grillo sarebbe partito con la pernacchia, sentite, «a causa del notevole servizio reso all'umanità e incentrato sull'aiutare il prossimo con una grande senso di fratellanza, giustizia, equità e umanità». E invece, Grillo si è commosso sul serio, lui che si era iscritto all'università di Genova alla facoltà di Economia e Commercio senza mai completare gli studi, tanto da scrivere su Facebook: «Con un velo di commozione ieri ho ricevuto la laurea Honoris Causa in Antropologia». Insomma, si capisce immediatamente - dall'ingrandimento della cartapecora che Grillo ha voluto esibire - che i due titoli sembrano essere rilasciati dall'università del professore Aristogitone, quello di Alto Gradimento di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni. L'università si chiama World Umanistic University e, consultando il suo sito internet, si ha l'impressione di trovarsi nell'agenzia di scommesse del film La Stangata. Anche i visitatori del sito sono meno di tutti i parlamentari che Grillo è riuscito a fare eleggere: 3.239 visite. L'inglese è invece quello maccheronico «boar of gobernance» al posto di quello accademico board of governance.

Grazie a Grillo si conoscono anche i nomi dei docenti che hanno coronato di alloro la sua testa. Sono la professoressa nonché rettore Carmina De La Torre, il presidente dell'ateneo Henry Soria, mentre hanno partecipato alla consegna i professori Narcisa Soria e l'italiano Stefano Rimoli. Non conosciamo le pubblicazioni di ciascuno, ma di Soria siamo in grado di riprodurre alcuni momenti essenziali della sua formazione, a partire dagli studi effettuati alla Supdi, Scuola universitaria privata di San Marino e Zugo (Svizzera). E tra le cariche di Soria, che Grillo ci informa essere stato ex console generale dell'Ecuador, la più prestigiosa è sicuramente quella di ambasciatore del principato di San Bernardino. Si tratta di un isolotto situato tra lo Yemen e l'Eritrea ed è in pratica un'appendice dello Stato di San Marino costituito il 30 settembre 2013. Alla guida c'è Gianni Rolando, ex motociclista che si presenta così: «Mi chiamavano il playboy del paddock. La mia famiglia fa parte dell'ordine dei Cavalieri di Malta» mentre il Principato di San Bernardino si annuncia come libero perché «non è sotto il giogo di un debito pubblico che divora la ricchezza dei propri cittadini. Firmato Sua Altezza Serenissima, Gianni Rolando». In un post firmato invece da Grillo, il 22 maggio scorso, si scopre cosa abbia convinto gli ecuadoregni a insignirlo. Il collegamento è Stefano Rimoli fondatore del Centro Colibrì di Trieste presentato da Grillo «come l'unica istituzione scientifica a occuparsi dello studio della fisiologia del colibrì, impollinatori dell'85% della flora sudamericana». Grillo ha perfino devoluto parte dei compensi dei suoi spettacoli a questo centro.

Trasferitosi in Ecuador, e lo scrive Grillo, Rimoli ha voluto ripagarlo «arrivando parlare di me alle autorità locali. Fu così che l'Ecuador ringraziò il sottoscritto. Mi fu concessa la cittadinanza onoraria dell'Ecuador». Non ce ne voglia, ma ci piace ricordarlo alla vecchia maniera: fischiato a Oxford anziché laureato a Quito.

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