"Pazienza se non si sono vaccinati, ora l'emergenza è la fuga dei sanitari"

Secondo il virologo, la mancanza di specialisti è più grave del virus. "Affrontiamo i problemi su cui la pandemia ha gettato nebbia"

"Pazienza se non si sono vaccinati, ora l'emergenza è la fuga dei sanitari"

Il reintegro dei medici non vax è stato accolto tra mille polemiche. «È una sanatoria antiscienza, diseducativa» è insorta la fondazione Gimbe. «I colleghi che non si sono vaccinati dovrebbero fare un corso di immunologia» protesta il virologo Fabrizio Pregliasco. Ma Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, sprona a «considerare il momento».

Clementi, cosa pensa di questo reintegro anticipato di due mesi?

«Come ogni cosa, anche questa decisione va contestualizzata sulla base del momento attuale. La pandemia si è ridotta, il virus sta diventando endemico. Ma c'è una nuova emergenza, ora prioritaria: la carenza di medici.

Tra l'altro va considerato che fra questi operatori lasciati fuori ce ne sono diversi che non sono realmente no-vax, ma è gente che ha fatto una dose o due dosi e magari non ha fatto il richiamo. Quello che voglio dire è che in mezzo ci sono anche situazioni un po' più ibride rispetto al no-vax che non vuole fare proprio niente per la sua ideologia totalizzante».

Va bene anche se non si vaccineranno in futuro?

«Le vaccinazioni sono per loro definizione volontarie, non posiamo sanzionare le persone perchè non si vaccinano. Certo, io guarderei con un po' di sospetto se dovessi rivolgermi a un medico che ha avuto posizioni intransigenti no-vax perché questa è la testimonianza di un percorso intellettuale che non è molto aderente ai principi scientifici. In ogni caso, in questo momento, penso che ci siano posizioni differenti e articolate che vanno riviste anche alla luce del fatto che le cose stanno migliorando».

Reintegrando i 4mila medici no vax, si mette una pezza all'emorragia di personale tra dimissioni volontarie e mancato turn over?

«L'emergenza Covid ha gettato una coltre di nebbia su tanti problemi della sanità. Quindi dobbiamo porci la domanda: in questo momento possiamo permetterci di marginalizzare 4mila colleghi anche se hanno avuto dei comportamenti discutibili?».

Quali devono essere le priorità del governo?

«La sanità italiana extra-Covid ha bisogno di grossissimi interventi a livello di tanti aspetti. Si pensi solo alla medicina d'urgenza, o ai medici di famiglia. Sono state fatte finora proposte a mio avviso cervellotiche come quella di dividere i medici di base in liberi professionisti e in quelli che diventano dipendenti in queste 'case' che non so bene come si chiamino.

Sono state fatte scelte senza ascoltare i medici di base, ma questo resta un problema enorme, come le liste d'attesa. Insomma, occorrerà davvero darsi da fare su tutto quello che resta quando la nebbia del Covid si è diradata. E poi non escludiamo che prima o poi potrebbe arrivare una nuova emergenza virologica. E non parlo di Covid».

Intende un nuovo virus?

«Consideri che esistono almeno un milione e mezzo di virus in grado di fare il salto dall'animale all'uomo. E sicuramente, se mai dovesse succedere una cosa del genere, dovremo farci trovare pronti. Per questo suggerirei al governo di seguire un approccio One Healt, cioè di non tenere separate le agenzie dell'ambiente e della salute».

Invece cosa prevede per questo inverno? Avremo nuove ondate?

«No, salvo terremoti virologici, ormai il Covid sta diventando endemico, non credo ci sarà nessun allarme. Omicron è stata una benedizione perchè ha permesso di immunizzare anche chi non si era vaccinato».

Cosa pensa

dell'obbligo di mascherina?

«Cambiamolo con un suggerimento forte a utilizzare la mascherina nelle situazioni in cui è utile: situazioni di affollamento, di scarsa ventilazione, di presenza di persone a rischio».

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