Come ai vecchi tempi, quelli migliori per Salvini, si rimette in moto il variegato mondo della sinistra «antirazzista» per contestarlo a Catania, riportandolo quindi al centro della scena, per giunta sui temi per lui vincenti come l'immigrazione, la difesa dei confini, il presunto rischio xenofobia. Un regalo politico per il leader della Lega uscito non benissimo dalle elezioni amministrative, che con la vicenda del caso Gregoretti sta giocando sulla propria pelle una partita politica decisiva. Le contestazioni non potevano mancare per contribuire alla migliore riuscita della manifestazione leghista e infatti le sigle degli habitués hanno risposto tutte all'appello. La rete «Mai con Salvini-Sicilia», guidata da centri sociali e movimenti studenteschi di estrema sinistra, lavora da settimane per organizzare la contromanifestazione, sempre a Catania, in contemporanea con quella della Lega, per rispondere alle «giornate di odio e becera propaganda messe in piedi dai leghisti» e «raccontare una terra, la nostra, che non tollera l'intolleranza, la discriminazione e l'odio contro i più deboli» spiegano gli attivisti sui social. Nei giorni scorsi erano apparsi gli striscioni «Leghisti not welcome» all'aeroporto di Catania, e poi altri appelli alla lotta antirazzista nelle sedi universitarie.
La mobilitazione antisalviniana è partita ieri con il contributo del movimento femminista «Non una di meno» che ha organizzato un flash mob davanti alla kermesse leghista, come «momento di lotta contro Salvini e più in generale un modello permanente di attacco alle donne (migranti e non)», con una particolare solidarietà verso Carola Rackete, la comandante della nave ong che ha disubbidito all'allora ministro. Ma il programma della resistenza rossa alla calata dei leghisti è fitto di contributi, dal dibattito sulle stragi in mare promosso dalla «Rete antirazzista» alla «serata interetnica» nella piazza del Castello Ursino.
Sono molte le sigle della galassia antagonista che si sono messe in moto per contestare l'iniziativa del leader leghista in concomitanza con l'udienza preliminare per il caso Gregoretti. Si va da «Potere al Popolo» a «Sinistra Anticapitalista» e «Movimento Bellaciao», dalle associazioni per i diritti di gay e transessuali ai Cobas Scuola Sicilia, dai collettivi autonomi ai centri sociali, dai gruppi «La Sicilia non si Lega» e «Sleghiamo la Sicilia» fino ai movimenti che contestano il Ponte sullo stretto ai «No Muos», quelli che non vogliono l'impianto di comunicazioni satellitari degli Usa a Niscemi. Ma contro Salvini, a fianco della sinistra «extraparlamentare», nel corteo sfilerà anche quella ufficiale. Oltre a Liberi e Uguali, anche una delegazione del Pd. «La segreteria provinciale spiega la nota dei Dem catanesi - ha deciso di partecipare all'iniziativa per sostenere la battaglia per il rispetto dei diritti umani e contro il tentativo di qualsivoglia strumentalizzazione del lavoro della magistratura». Il commento di Salvini: «Un partito di governo che va in piazza a far casino durante un processo non è un partito serio». Mentre sul M5s, che ha assecondato e poi sconfessato la linea dura sugli sbarchi, riserva un «vigliacchi».
Un clima di odio verso il nemico
che ha allertato anche la Questura: chiuse molte strade e modificata la viabilità nella zona del Tribunale, in campo più di cinquecento uomini tra polizia, carabinieri e guardia di finanza per garantire l'ordine pubblico.
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