Pd, dopo la cena abortita arriva lo sciopero della fame

Il deputato del Pd Roberto Giachetti ai colleghi di partito: "Visto che voi vi dedicate alle cene e continuate a prendere tempo mentre il Pd scivola sempre più in basso, io smetto di mangiare"

Pd, dopo la cena abortita arriva lo sciopero della fame

Calenda ci ha provato con una cena (a casa sua). Voleva invitare Renzi, Gentiloni e Minniti. Ma alcune esclusioni eccellenti (Zingaretti in primis) hanno scatenato un pandemonio e l'ex ministro dello Sviluppo economico ha battuto in ritirata, annullando l'invito. Lui però non l'ha preso affatto bene e, ai microfoni di Radio Capital, ha detto che il Pd è un partito da psichiatri, aggiungendo che "merita l'estinzione". Difficile essere più duri di così.

Baruffa finita in casa dem? Assolutamente no. Sentite cosa ha scritto Roberto Giachetti su Twitter: "Amici cari, visto che voi vi dedicate alle cene e continuate a prendere tempo mentre il Pd scivola sempre più in basso, io smetto di mangiare. Dalla mezzanotte di ieri sciopero della fame per chiedere che sia fissata subito la data del congresso". Il deputato Pd non è nuovo agli scioperi della fame. Di scuola radicale, nel 2012 si astenne dal cibo per protestare contro l'inerzia del Parlamento di fronte alla legge elettorale (Porcellum) da cambiare.

Ma, come lui stesso raccontò in un'intervista, aveva già digiunato altre volte, per i motivi più disparati: l’elezione dei Giudici della Corte Costituzionale che il Parlamento rimandava, per chiedere che Berlusconi facesse una legge sul conflitto di interessi. Addirittura uno sciopero della fame lo fece per spinegere Ds e Margherita a fondersi dando vita al Partito democratico (chissà se oggi lo rifarebbe, visto come sono andate le cose).

Intanto Andrea Marcucci, capogruppo del Pd al Senato, cerca di richiamare tutti all'ordine: "È un invito, una preghiera, rivolto a tutto il Pd. Smettiamola, evitiamo di autoaccreditare una versione macchietistica del nostro partito. Non ci servono cene, digiuni, psichiatri, insulti. Dobbiamo solo prendere atto della realtà. In questa fase il Pd serve all’Italia. La nostra ossessione deve essere rafforzare l’opposizione ad un governo pericoloso. Il congresso si deve fare in modo ordinato, non c’è nessuna congiura per evitarlo. I candidati devono impegnarsi a dare una mano a chi vincerà.

Se vogliamo ripartire, le liti e gli scontri interni andranno banditi. Basta davvero con gli interventi a ruota libera, non possiamo continuare a guardarci l’ombelico, per il bene prima di tutto del Paese dobbiamo guardare avanti".

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