Il Pd si sfila, Raggi e Appendino al capolinea

I dem chiudono coi sindaci grillini di Roma e Torino. "Ora altri candidati"

Il Pd si sfila, Raggi e Appendino al capolinea

La stagione del riformismo in salsa giallorossa è già conclusa. Il Pd dice no a un Appendino bis: dopo Raggi, i democratici bocciano anche la ricandidatura del sindaco di Torino Chiara Appendino.

Il Partito guidato dalla coppia Zingaretti-Bettini non crede più nell'alleanza politica su cui si regge il governo Conte. I disastri amministrativi dei due primi cittadini, nelle città di Roma (Virginia Raggi) e Torino (Chiara Appendino), hanno contribuito in modo negativo. Ma il mancato sostegno ai due sindaci segna un altro passo in avanti verso la rottura del matrimonio che nel settembre del 2019 ha partorito il Conte bis. Il disco rosso ad Appendino è contenuto in un documento, approvato dalla direzione metropolitana del Pd di Torino: «La direzione - si legge nella nota - avverte la responsabilità per il Partito democratico cittadino di rappresentare il perno di una coalizione politica e civica ampia di centrosinistra, che sappia essere alternativa a chi ha deluso alla guida della città in questi anni e ad una destra non credibile che soffia sul fuoco dei problemi senza davvero affrontarli». Il Pd torinese tira dritto e accelera sulla scelta dello sfidante: «Il percorso si concluderà con l'individuazione di una candidata o un candidato sindaco entro novembre». Eppure, il sindaco della città della Mole, che nel 2016 ha battuto al ballottaggio Piero Fassino, ha dato segnali di apertura ai dem. Ora però piove sul bagnato per il primo cittadino, già alle prese con questioni interne al Movimento: regolamento grillino alla mano, Appendino (come Raggi) non è ricandidabile per via del doppio mandato. Contro una deroga si è espresso Davide Casaleggio.

A Roma, invece, è toccato a Goffredo Bettini (pensiero rilanciato ieri nell'intervista al Fatto Quotidiano) sbattere la porta al Raggi bis. Un uno due, nelle città simbolo del M5s di governo, che mette in chiaro il vero piano del Pd: liquidare l'alleanza giallorossa. Un progetto che spiegherebbe anche il silenzio, negli ultimi giorni, di Dario Franceschini, il ministro della Cultura che per primo ha lanciato l'idea di trasformare la maggioranza di governo in un'alleanza politica. Da Roma e Torino arrivano segnali preoccupanti per l'inquilino di Palazzo Chigi: il Pd vuole seppellire il patto giallorosso. Zingaretti e Bettini puntano a costruire una coalizione politica solo con alcuni pezzi del M5s. Coinvolgendo Beppe Grillo, Roberto Fico e alcuni ministri come Vincenzo Spadafora e Stefano Patuanelli. Giuseppe Conte dovrebbe essere il garante dell'operazione.

Al Nazareno si ragiona sull'ipotesi di abbandonare lungo la strada i grillini vicini a Di Maio: Raggi e Appendino sono due fedelissime del ministro degli Esteri. Operazione che sfocerebbe in una nuova maggioranza. E forse con un nuovo premier.

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