Perugia, per l'esame di Suarez chiamate dai dirigenti juventini

La coppia Paratici-Cherubini sarebbe intervenuta per chiedere al rettore di Perugia di fare da intermediario

Perugia, per l'esame di Suarez chiamate dai dirigenti juventini

Più che un ateneo, un «Juventus Club». Le «simpatie» bianconere dei vertici dell'Università per stranieri di Perugia emergono chiaramente dalle intercettazioni sullo scandalo Suarez, il campione argentino prima scelto dalla società bianconera e poi scaricato dalla stessa per subentrate «ragioni di opportunità».

Ma ora nel caso Suarez non sono solo queste ultime a funestare i sonni della squadra della zebra e dei vertici dell'ateneo col grifone: ci sono infatti «ragioni» ben più gravi, con fattispecie di reati che - se provate - prevedono sanzioni giudiziarie e sportive di estremo rilievo.

Col passare delle ore due figure-chiave in grado di aprire il portone oscuro dell'esame-taroccato di Suarez sono diventate quelle del direttore dell'area tecnica bianconera, Fabio Paratici, e del direttore sportivo, Federico Cherubini. Dirigenti di peso, vicinissimi (almeno fino a ieri) al presidente Andrea Agnelli. Sarebbero stati loro a contattare il rettore dell'Università Statale di Perugia, Maurizio Oliviero, nel ruolo intermediario con la sua collega dell'Università per gli stranieri, Giuliana Greco Bolli (indagata per corruzione insieme col direttore generale dello stesso ateneo, Simone Olivieri).

«La Juve ha fretta. Per il test si è mosso il ds bianconero. È più importante di Mattarella», una delle frasi illuminanti contenute nelle telefonata tra gli intercettati. Se davvero pronunciate, le parole del rettore Maurizio Oliviero (noto per essere un «tifosissimo della Vecchia Signora») aprirebbero uno scenario allarmante: «Tu sai che ho buoni rapporti con la dirigenza della Juve, dobbiamo aiutare il nostro centravanti». Destinatario della raccomandazione, la coppia Simone Olivieri-Giuliana Greco Bolli, nella cui università Luis Suarez ha sostenuto il test-fuffa di italiano necessario per ottenere l'agognata cittadinanza. Tragicomico il commento che sarebbe uscito dalla bocca di una docente in commissione, Stefania Spina: «Con Suarez vinciamo la Champions League».

Intanto la fragorosa entrata in scena (diretta o indiretta, dovranno stabilirlo gli inquirenti) dei due manager Paratici e Cherubini rischia di diventare un problema serio per la Juve. La quale ovviamente si professa «totalmente estranea ai fatti», giungendo addirittura a ritenersi «parte lesa». Rassicurazioni che tuttavia non sono bastate alla Procura federale, che infatti ha aperto un'inchiesta per chiarire la posizione della Juventus. E c'è chi non esclude che possa essere stata proprio la società bianconera a organizzare il test fasullo.

Intanto Lorenzo Rocca, 48 anni, altro esaminatore «facilitatore» indagato per la vicenda Suarez, pur negando di «aver commesso irregolarità», ieri ha ammesso di aver «sentito pressioni» durante il colloquio di verifica col candidato-giocatore. Relativamente alla prova sostenuta dal campione argentino, Rocca ha precisato: «Sì, mi sentivo un po' messo in mezzo. Non era una situazione standard». Poi, immediata, la retromarcia: «La prova non è stata preparata a tavolino né falsata. Non c'erano tracce segrete o domande anticipate. Io ho stesso ho mostrato ai finanzieri la documentazione preparatoria: temi e immagini che il tutor è tenuto a scegliere per mettere a suo agio il candidato, cosa che viene fatta in accordo con l'esaminatore per Suarez come per qualsiasi migrante meno noto». E poi: «È stato traumatico essere interrogato come un delinquente per una vicenda che non ha nulla di illecito né di scorretto». Se c'è qualcosa di «illecito» dovranno accertarlo i giudici; quanto invece alla «scorrettezza», le intercettazioni sono esemplificative: di «scorrettezze» questa storia è piena. Anche troppo.

Ieri Suarez (tesserato nel frattempo dall'Atletico Madrid) ha

salutato il Barcellona scoppiando in lacrime: «Negli ultimi tempi ho detto un sacco di bugie». Si riferiva al suo ultimo, travagliatissimo, periodo nel Barca.

Ma a qualcuno, anche in Italia, saranno fischiate le orecchie.

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