Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky volerà nei prossimi giorni dal presidente statunitense Joe Biden a illustrare il suo piano di vittoria e a ottenere l'autorizzazione per colpire la Russia con armi occidentali. Del resto, se Teheran e Pyongyang inviano missili balistici a Mosca e Maria Zakharova non esclude il sostegno militare cinese, non c'è più ragione per porre vincoli a Kiev. Il segretario di Stato americano Antony Blinken e il suo omologo britannico David Lammy ne hanno parlato ieri nell'incontro con Zelensky, mentre le bombe russe minacciavano la capitale. «Dobbiamo opporci all'imperialismo di Putin, la nostra sicurezza collettiva dipende da questo», ha affermato Lammy. Il ministro britannico e il collega americano hanno annunciato un ulteriore sostegno finanziario, pari a 700 milioni di euro a testa, in armi e aiuti umanitari. Pacchetti in arrivo anche da Lituania, Lettonia e Croazia (i cui premier erano ieri a Kiev).
L'Ucraina, dopo il faccia a faccia previsto domani tra Biden e il premier britannico Keir Starmer, potrà utilizzare i missili balistici Atacms e quelli da crociera Storm Shadow sul territorio russo e colpire aeroporti militari, hub di armi e munizioni e depositi di carburante, ma potrebbero non essere risolutivi per tre ragioni: la loro gittata è limitata, la difesa aerea russa ne ha già abbattuti un buon numero nei cieli ucraini, e diversi obiettivi strategici che Kiev vorrebbe colpire si trovano oltre il raggio d'azione di queste armi. Salendo dal livello militare a quello politico-strategico, la manovra ucraina punta a indebolire la volontà russa di continuare il conflitto mostrando a una parte della popolazione, dell'opinione pubblica e dell'establishment, il costo concreto che la guerra potrebbe avere per il territorio della Federazione. Il mantra di Zelensky è indebolire il nemico il prima possibile per poi presentare il suo piano di vittoria alla Casa Bianca, con la garanzia che gli Stati Uniti non passino sopra la testa del governo ucraino per cercare con la Russia un compromesso al ribasso. «Se verrà accolto dagli Usa, il mio piano rafforzerà Kiev e avrà un impatto psicologico che potrebbe spingere la Russia a porre fine alla sua guerra per via diplomatica», ha dichiarato l'uomo di Kiev.
Il segretario di Stato Usa Blinken ha sottolineato che «i missili iraniani alla Russia sono una minaccia globale. Con Biden parlerò delle manovre a lungo raggio e si prenderanno decisioni», facendo intendere di essere al corrente di quanto scoperto in questi giorni dall'intelligence di Kiev. I vettori balistici Fath-360 e Ababil, circa 220 esemplari, sarebbero infatti stati consegnati a Mosca il 4 settembre, almeno secondo la documentazione in possesso della Sbu. Sei giorni prima la nave russa Port Olya-3 era salpata dalla località iraniana di Amirabad, e attraverso il Mar Caspio aveva raggiunto il porto di Olya, nella regione di Astrakhan. I missili sono stati quindi caricati su un treno merci di 24 vagoni, con destinazione il campo di addestramento militare di Ashuluk, sempre nell'Astrakhan. Un nuovo stock di Hwasong-11 è in arrivo dalla Corea del Nord.
Sul campo è di tre morti il bilancio del bombardamento russo su Kostiantynivka (Donetsk).
Nel Kursk le armate cecene di Alaudinov rivelano di aver liberato 10 villaggi. La flotta russa del Mar Nero ha respinto un tentativo di forze speciali ucraine di impadronirsi di una piattaforma di trivellazione petrolifera uccidendo 18 uomini.
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