Lo scenario è quello di una fiction sul rapimento presidenziale in un'atmosfera politico-satirica. Ma l'evoluzione di una classica caccia al tesoro si trasforma, volendo, in una caccia al presidente della Repubblica francese. È ciò che accade a Tolosa, in una delle tante Escape room di Francia, rivisitata in una dissacrante sequela di eventi e portata all'estremo nei confronti del capo dello Stato: «Uccidi Macron».
Se certi Escape Games fanno conoscere meglio la storia e l'arte di un territorio, con enigmi per far avanzare la trama, qui i partecipanti possono scegliere varie opzioni. Tra queste, «accorciare le sofferenze» del capo dello Stato: rapito, picchiato e legato a una sedia con del nastro isolante. «E indovinate quale scelgono quasi tutti i partecipanti?», racconta Camille, la creatrice del «gioco» che sta facendo discutere. I media la cercano, per capire se si tratti un'operazione politica o di un semplice divertissement. Lei, ex gilet gialla, dice che è «un modo per testare i limiti della democrazia» invocando il «diritto di satira».
La provocazione corre sul biglietto d'ingresso: «2020. Va tutto bene, secondo il governo. La verità è che il presidente non fa un'apparizione pubblica da oltre una settimana dopo essere tornato dalle vacanze. Hai 1 ora e 15 minuti prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. Trovalo. Il suo destino è nelle tue mani...». I giocatori assumono il ruolo di anarchici. In una stanza segreta, un fantoccio di Emmanuel Macron attende su una sedia con la faccia piena di sangue, le braccia legate con del nastro isolante circondato da armamenti vari e da una bottiglia molotov con un brandello di gilet catarifrangente che può essere usata contro di lui. Oppure? «Puoi liberarlo. O decidere di assicurarlo alla giustizia».
Clemenza o lasciarlo lì col volto tumefatto. «Scegli con saggezza, sarai tu a decidere la fine del gioco!», è l'invito sul copione. Nei corridoi riecheggiano frasi celebri dell'inquilino dell'Eliseo («Siamo in guerra...»). Poco più di un'ora e, per 20 euro a persona, ci si trova davanti a Macron. Salvarlo con della polvere di Perlimpinpin (l'immaginaria formula dalle supposte virtù citata dal capo dello Stato in uno dei suoi discorsi, ndr) o metterlo in prigione usando un codice penale. Oppure? Ucciderlo, optando per la molotov: «Il suo destino è nelle tue mani». È un faccia a faccia a buon mercato con la massima carica dello Stato.
Tutto si muove sul realismo degli eventi. E sulla rabbia latente che cova in Francia anche al tempo del Covid. Macron non è l'unico fantoccio nel gioco, anche se è il solo immobilizzato da salvare o uccidere. Sulle pareti e sugli scaffali, ritagli di giornali e foto raccontano scandali di altri politici. Frasi dell'ex premier François Fillon, ma pure di Jean-François Copé o di Alexandre Benalla, l'ex bodyguard dell'Eliseo travolto dallo scandalo dei pestaggi. «È quasi tutto spunto dalla realtà. Molti personaggi sono stati davvero condannati, difendo la libertà di espressione», dice Camille.
Sui social c'è chi censura l'iniziativa e chi invece ha già prenotato un treno per prendere parte alla caccia al presidente. La madrina di «Arkanes: Live Escape» sta già lavorando a un'altra sceneggiatura. Una seconda sala dovrebbe aprire a dicembre. Il reato di oltraggio al presidente è stato infatti superato nel 2013, ma potrebbe essere perseguita per «vilipendio a soggetto titolare di pubblici poteri» e/o «istigazione alla violenza». Tuttavia «i rischi di un'azione penale sono minimi», secondo l'avvocato Pascal Nakache.
A conferma che il tema sia d'interesse nazionale, un libro del 2019 sul defunto reato di oltraggio al capo dello Stato è ancora richiestissimo sugli scaffali. Ed è fonte d'ispirazione anche per la (finta) caccia a Macron.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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