“Ho chiuso con la politica, mi sono anche dimesso dal partito che ho fondato e non mi sono iscritto a nessun altro. Così, da pensionato, mi dedico alla mia azienda agricola”. Antonio Di Pietro, nel corso di un’intervista al Tempo, mette la parola fine alla sua carriera politica e rivela di non aver mai rinunciato a fare il contadino.
“Ho sempre mantenuto l’azienda agricola di mio padre a Montenero di Bisaccia, in Molise, una ventina di ettari di terreni e masseria. Non ho mai smesso di coltivare e sono iscritto alla Coldiretti. Insomma, sono un coltivatore diretto...”, spiega l’ex leader dell’Italia dei Valori. Ma la sua vita non è certo quella del povero contadino che non arriva a fine mese. Di Pietro prende il vitalizio da parlamentare (“mica è un crimine!”) e 60mila euro lordi annui come presidente di Pedemontana. L’uscita dalla politica è, quindi, una sorta di liberazione“perché così è finita anche la delegittimazione continua, e sono finiti insulti e accuse, che mi rivolgevano soprattutto per la mia precedente attività di magistrato”. Di Pietro smentisce anche la voce secondo cui i Cinquestelle gli avrebbero offerto il ruolo di assessore al Bilancio di Roma.“Non me l’hanno chiesto e, comunque, non l’avrei fatto perché già faccio il presidente di Pedemontana e non ho tempo”. Ma sta dalla parte della Raggi. “La difendo - ha spiegato - per il fatto che non si può pretendere che faccia la rivoluzione in due mesi. Ma, rinunciando alle Olimpiadi, ha dimostrato poco coraggio”. Di Pietro smentisce anche che il Brasile gli abbia offerto il ruolo di consulente per la lotta alla corruzione. “Nessun incarico.
C’è stato, e c’è, solo uno pubblico scambio di idee sul tema. Io sono – conclude - concentrato soprattutto sul mio uliveto e sul mio ettaro di vigneto. Faccio un vino rosso con montepulciano e aglianico: una meraviglia!”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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