Per tutta la notte e le prime ore di ieri, un'armata del cielo mai vista, 160 aerei con la stella di David hanno colpito oltre 150 «obiettivi sotterranei» nel nord della Striscia di Gaza, mentre nel pomeriggio il conflitto si è allargato in maniera drammatica in Cisgiordania. Nello stesso tempo ai raid aerei forze di terra, artiglieria e truppe corazzate si sono schierate lungo il confine dell'enclave e hanno sparato centinaia di proiettili di artiglieria e carri armati.
L'obiettivo degli attacchi era la rete dei tunnel sotterranei di Hamas, definita la «metropolitana di Hamas» e «molti chilometri» sono stati distrutti. I tunnel collegati fra loro permettono ai combattenti di muoversi nel sottosuolo e di spostare armi e razzi. Fra gli obiettivi centrati ci sono anche due palazzi di dodici piani, Al-Jawahara e Al-Shorouk, che ospitavano media locali e internazionali, compresa la tv Al-Aqsa. Almeno 122 persone sono state uccise finora a Gaza, inclusi 31 bambini e 20 donne, e circa 900 feriti. Mentre tra gli otto morti in Israele ci sono un soldato che pattugliava il confine di Gaza, sei civili israeliani, tra cui due bambini, una donna anziana e un lavoratore indiano.
Nella giornata di ieri Israele ha continuato a colpire Gaza per cercare di fermare i persistenti attacchi missilistici contro le città israeliane. L'offensiva di 40 minuti prima dell'alba ha ucciso 13 palestinesi, tra cui una madre e i suoi tre figli i cui corpi sono stati estratti dalle macerie della loro casa. Ma lo Stato ebraico afferma di fare ogni sforzo per preservare la vita dei civili, compreso avvertire prima degli attacchi.
I cacciabombardieri hanno pure martellato le case di tre alti comandanti militari di Hamas nel centro di Gaza già evacuate. Ma nella notte di giovedì ci sono stati anche errori nella comunicazione. Il portavoce militare israeliano Jonathan Conricus ha fatto sapere - contrariamente a quanto divulgato in un primo momento - che «attualmente non ci sono truppe di terra all'interno della Striscia di Gaza» e ha spiegato: «C'è stato un problema di comunicazione interno».
Nel frattempo è intervenuto molto duramente il premier israeliano Benjamin Netanyahu: «L'ultima parola non è stata detta e questa operazione proseguirà per tutto il tempo necessario», ha ribadito.
Ma la violenza continua anche nelle città in cui vivono fianco a fianco gli ebrei e la minoranza araba di Israele. Ci sono stati scontri tra manifestanti palestinesi e forze di sicurezza israeliane in Cisgiordania, dieci palestinesi sono stati uccisi e 150 feriti. L'esercito israeliano ha affermato che un palestinese ha cercato di accoltellare un suo soldato vicino alla città di Ramallah. Il militare ha sparato e l'uomo è stato ucciso. Il bilancio della guerra però inizia ad essere pesante. Israele ha valutato il numero di militanti uccisi negli attacchi tra 80 e 90 e dall'inizio dei combattimenti sono stati lanciati circa 2mila razzi e mortai verso Israele dalla Striscia di Gaza.
Nel frattempo si accende anche il confine con il Libano.
Un uomo libanese di 21 anni è morto ieri per le ferite riportate a seguito del fuoco israeliano dopo che lui e un gruppo di giovani hanno tentato di attraversare la barriera di sicurezza al confine con Israele. I manifestanti sventolavano bandiere palestinesi e degli Hezbollah filo-iraniani. Invece circa 500 manifestanti in Giordania si sono avvicinati al confine con lo Stato ebraico ma sono stati dispersi dalla polizia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.