"Pirozzi? Aveva a cuore gli interessi di Zingaretti"

Stoccata al sindaco di Amatrice, decisivo nel Lazio: «Ci è mancato solo il tempo, 15 giorni»

"Pirozzi? Aveva a cuore gli interessi di Zingaretti"

Roma - Nonostante una candidatura last-minute per la Regione Lazio nata sotto i peggiori auspici, Stefano Parisi tiene con il fiato sospeso il favoritissimo Nicola Zingaretti fino all'ultimo, raccogliendo oltre un milione di voti e andando oltre ogni ragionevole previsione.

Parisi, cosa è mancato per la vittoria?

«Se avessimo avuto 15 giorni di più sono convinto che avremmo vinto, si respirava un'aria positiva confermata dal trend dei sondaggi. Davvero un peccato».

Nel giro di poco più di un anno e mezzo lei ha vissuto una campagna elettorale per la guida di Milano e una per la Regione Lazio.

«Due esperienze molto diverse. Il Lazio ha un territorio vasto e realtà molto eterogenee in cui mi sono gettato a capofitto avendo soltanto un mese di tempo. A Milano abbiamo avuto quattro mesi. L'esperienza fatta a Milano è stata fondamentale».

Non teme che nonostante due ottimi risultati lei venga etichettato come un perdente di successo?

«I risultati sono quelli, ma è evidente che mi sono dovuto scontrare con due avversari complicati. Da una parte Sala, reduce dall'Expo e super sostenuto dal sistema di potere milanese, dall'altra Zingaretti sostenuto dal sistema di potere romano, molto noto, sulla scena politica locale da più di 15 anni».

Cosa vorrebbe dire al sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, presentatosi fuori dal centrodestra e forse decisivo per la sua sconfitta?

«Non ho nulla da dirgli. Evidentemente aveva a cuore gli interessi di Zingaretti e il mantenimento dello status quo. Zingaretti ora non ha maggioranza, vediamo cosa farà».

Consigliere comunale a Milano e consigliere regionale a Roma. Si dividerà tra le due città?

«Sì, sono le due città che amo di più, non mi peserà di certo. Qui siamo pronti a fare una opposizione forte a Zingaretti che con l'accordo con Liberi e Uguali ha spostato molto a sinistra il suo asse».

Energie per l'Italia continua il suo percorso?

«Sì, l'area liberale e popolare esce molto ridimensionata da queste elezioni. Avevo proposto che Energie PER l'Italia entrasse nella coalizione di centrodestra con l'idea di contribuire a rigenerare l'offerta politica di quest'area. Ora dobbiamo capire cosa è successo, perché tante persone hanno votato 5 Stelle e con umiltà da parte di tutti, me compreso, capire dove si genera quella rabbia contro la politica e cercare di risolverla».

Pensa davvero che ci sia spazio per una proposta di questo tipo?

«Dobbiamo guardare alle Europee previste tra un anno. La crisi della sinistra sarà lunghissima. Ma dobbiamo chiederci perché chi ha smesso di votare Pd ha votato M5S oppure perché la Sicilia dove Musumeci ha stravinto a novembre ora sia tutta grillina.

Perché non hanno guardato a noi? Abbiamo evitato di consegnare il Paese a M5s grazie al centrodestra unito e alla Lega in forte crescita. Ma bisogna rinnovare e rigenerare anche la nostra area con persone e idee nuove».

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