La decisione finale l'ha presa lui: Davide Casaleggio, figlio del cofondatore del Movimento 5 Stelle. La sua prima decisione di peso. Che, come scrive La Stampa, ha scavalcato le linee più attendiste di Luigi Di Maio e di Alessandro Di Battista.
Quest'ultimo ieri ha detto che "potevano aspettare dopo le elezioni per questo provvedimento". Mentre il vicepresidente della Camera sosteneva che cacciare l'unico sindaco 5 stelle che gestisce una grande città dimostrandosi in grado di governarla non fosse la mossa migliore per vincere Roma alle prossime amministrative.
Ma alla fine ha vinto la linea di Casaleggio. Nonostante Pizzarotti continui a lamentarsi e a insistere sulla questione delle regole etiche, in mano all'organismo di vertice del movimento e a Davide Casaleggio. "Non è che non sono chiare - dice - non ci sono. Non so cosa significhi essere sospesi. Nascondono la loro identità, si appellano a regole che non esistono, citano un regolamento sulla base del quale starebbero facendo un'istruttoria senza dirmi qual è. Nella mia risposta chiedevo questo: qual è il regolamento? Chi siete? E solo questo vorrei sapere oggi: chi inventa le regole? Chi le cambia a suo uso e consumo com'è stato per la tv?". Riguardo poi al ritardo con il quale ha reso noto che c'era un procedimento giudiziario a suo carico, Pizzarotti conclude spiegando in un'intervista alla "Repubblica" che "la prima cosa fatta è stata contattare la magistratura e chiedere di essere ascoltato per cercare di risolvere la cosa nel minor tempo possibile. Dovevo tutelare le altre persone indagate: non ci sono solo politici. Noi amministratori non possiamo permetterci di fare come loro, buttare tutto sul web senza prenderci la responsabilità di nulla. Ma sarei stato disponibile a confrontarmi se ci fosse stato un rapporto".
Anche la Raggi si è scagliata contro Pizzarotti: "Il punto è molto chiaro e credo il blog l'abbia spiegato chiaro. C'è stato un problema di trasparenza nei confronti soprattutto dei cittadini. Per cui Pizzarotti questa situazione la conosceva da tempo e purtroppo non l'ha resa nota".
Anche Di Maio è tornato sulla vicenda cambiando un po' la sua linea. "Io penso che il M5S abbia semplicemente applicato una regola. Abbia fatto rispettare le regole. Avevamo un avviso di garanzia nascosto per tre mesi e questo è un dato inconfutabile. E per questa ragione noi abbiamo applicato una regola in quanto questo è il Movimento Cinque stelle e non il Partito Democratico. Siamo rappresentanti delle istituzioni, non dell'asilo Mariuccia, quindi credo veramente che commentare messaggi pubblicati su Facebook sia veramente di cattivo gusto di fronte agli italiani. Tra l'altro in quei messaggi si testimonia che c'eravamo sentiti.
Gli italiani mi pagano lo stipendio per occuparmi dei problemi del Paese e non per parlare del Movimento Cinque Stelle ed è per questo che oggi sono qui a parlare di amianto e voglio occuparmi di problemi ben più seri".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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