Attenzione al «caos istituzionale». Detto a pochi giorni dal voto e dal possibile (probabile?) arrivo di un governo di centrodestra la frase suona come un avvertimento. Specie se a lanciarlo non è uno qualsiasi ma l'eterno candidato a tutte le massime poltrone dello Stato, il dottor Sottile Giuliano Amato, presidente della Consulta, già dato come jolly nel caso di un impasse istituzionale dopo il 25 settembre, per un governo di larghe intese. A quale pericolo di caos si riferisce l'ex premier e anche ex senatore dell'Ulivo? Amato intervenendo a Palazzo della Consulta in occasione del tradizionale saluto in prossimità della scadenza del suo mandato, il prossimo 18 settembre, vede un rischio all'orizzonte per l'Italia, anche se non lo esplicita del tutto il bersaglio, ma è evidentemente collocato a destra. «In campo europeo, la tentazione di affermare il primato del diritto nazionale su quello comune europeo non è solo di Polonia, Romania e Ungheria», ma «se c'è una strada che porta al caos istituzionale, questa è quella strada». Fin qui sembra un attacco ai sovranisti europei e italiani, Salvini e Meloni (attaccata da sinistra nei giorni scorsi per la frase: «In Europa sono preoccupati per il governo Meloni. Con noi la pacchia è finita, ci metteremo a difendere gli interessi nazionali come fanno gli altri Paesi»).
Ma trattandosi di Amato, le parole vanno analizzate con il microscopio. Il presidente della Consulta non sembra riferirsi soltanto ad un eventuale governo di centrodestra, ma parla più in astratto. «La soluzione non è che ciascuno dei poteri profitti delle difficoltà altrui per fare ciò che gli pare giusto e che tuttavia tocca all'altro. L'esercizio responsabile e certo non timido del proprio potere è un dovere istituzionale. Ma con il rispetto del suo limite, che è parte non rinunciabile della rule of law, chiunque sia a non rispettarlo, l'esecutivo come il giudiziario». Se il passaggio di prima suonava come un monito ai sovranisti, questo sembra riguardare invece le toghe d'assalto, che in passato hanno spesso condizionato anche le elezioni, con inchieste a ridosso del voto. Un presagio su qualche bomba giudiziaria pronta ad esplodere nei prossimi giorni? Qualche sospettoso la leggerebbe così. Non sarebbe una novità (l'ex consigliere di Salvini, Luca Morisi, fu indagato a pochi giorni dalle amministrative del 2021, e poi scagionato del tutto subito dopo le elezioni). Se per l'abuso di potere dei magistrati non si può calare il discorso nel particolare, per l'allarme sui nazionalismi anti-Ue il riferimento italiano è molto chiaro.
Un «endorsement», per la sinistra, in vista di ruoli futuri? L'«ipotesi Amato» spunta sempre, in ogni frangente delicato della vita pubblica. Ed è rispuntata inevitabilmente in uno scenario da governo istituzionale in autunno. Ma Amato ha escluso di ambire a qualche poltrona.
«Tra poco più di una settimana terminerò il mio impegno pubblico» ha detto recentemente parlando agli studenti della Scuola superiore sant'Anna di Pisa. «A 84 anni suonati, non mi metterò a cercare un'altra cosa da fare». A parte forse il tennis, che pratica settimanalmente.
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