E poi niente fronzoli, così pare avesse detto alla famiglia. Ma insomma, queste sono pur sempre le esequie di un re. Il feretro passerà nella piazza barocca disegnata dal Bernini, scortato da sei carabinieri in alta uniforme, e sarà sistemato nell'Aula di Montecitorio, al centro dell'emiciclo, poggiato su un piccolo basamento. Martedì alle 11,30 dunque i funerali di Stato di Giorgio Napolitano, come disposto da Palazzo Chigi, e giornata di lutto nazionale. Una cerimonia laica, alla presenza di Sergio Mattarella, dei presidenti di Camera e Senato, dei parlamentari, dei rappresentanti del governo. Qualche fiore, i discorsi, le bandiere, la diretta tv, i maxi schermi in strada, la gente dietro le transenne. E stamattina alle dieci a Palazzo Madama, nella sala Nassyria, verrà aperta la camera ardente. Intanto negli edifici pubblici e nelle ambasciate all'estero i tricolori sono tutti a mezz'asta.
Per King George si ferma la politica italiana. FdI ha sospeso l'attività di partito, «in segno di cordoglio e di partecipazione al dolore per la scomparsa del presidente emerito» e ha rinviato di una settimana la convention «L'Italia vincente». Giorgia Meloni ha rimandato di una settimana un suo intervento all'auditorium di via della Conciliazione, un previsto bagno di folla per celebrare il trionfo elettorale di un anno fa. Soppresse pure diverse iniziative ministeriali: Carlo Nordio non parteciperà a un convegno sulla giustizia a Perugia. E con qualche ora di ritardo anche il suo Pd si è mosso e ha annullato alcuni appuntamenti: Elly Schlein ad esempio salterà un viaggio a Genova per inaugurare un nuovo circolo. «Un abbraccio a tutti quelli che hanno avuto l'onore di lavorare con lui», dice la segretaria dem.
A Botteghe Oscure, dove era sempre in minoranza, lo chiamavano l'amerikano. Ecco infatti il messaggio del segretario di Stato Usa Antony Blinken: «Mi unisco al dolore del popolo italiano e dei familiari per la perdita di uno statista che ha dedicato la sua vita alla democrazia, ai diritti umani e all'unità europea». Paradossalmente, sono parole simili a quelle scelte da Vladimir Putin, in un telegramma inviato a Mattarella: «È venuto a mancare uno statista eccezionale e un vero patriota, che ha servito il suo Paese fedelmente per molti anni come presidente e in altre cariche governative. Io ho avuto la fortuna di parlarci in diverse occasioni». Segue una nota sulfurea della Tass: «Napolitano ha incontrato più volte il leader russo, che conserverà per sempre un caro ricordo».
Primo comunista al Quirinale, primo presidente ad essere stato eletto due volte, primo anche ad avere dei funerali solenni al coperto, sotto la vetrata liberty dell'architetto Basile. Non è previsto nessun rito religioso, solo degli interventi affidati a persone vicine a King George. In piazza Montecitorio, all'aperto, si era celebrato nel 1999 l'ultimo addio a Nilde Iotti, prima donna presidente della Camera. A tenere le orazioni furono Luciano Violante, Walter Veltroni e proprio Giorgio Napolitano. Stessa procedura nel 2015 per Pietro Ingrao, con i discorsi di Alfredo Reichlin, del regista Ettore Scola e don Luigi Ciotti, mentre il maestro Ambrogio Sparagna suonava Bella ciao.
Riti solenni in chiesa invece per altri inquilini del Colle della Prima Repubblica. Luigi Einaudi, Giovanni Gronchi e Antonio Segni furono salutati in pompa magna nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Doppie esequie per Giuseppe Saragat, una messa a Santa Chiara e una manifestazione in piazza Navona. Riservatissimi e aperti solo ai familiari i funerali di Sandro Pertini, nel suo paese natale, Stella, in Liguria.
Altrettante private le estreme onoranze per Francesco Cossiga: il Picconatore aveva addirittura lasciato una lettera in cui rifiutava sdegnosamente le celebrazioni ufficiali. Oscar Luigi Scalfaro invece fu ricordato in una funzione a Santa Maria in Trastevere. Basso profilo pure per Carlo Azeglio Ciampi: una messa per pochi intimi nel quartiere Trieste, dove abitava da decenni.
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