"Polizia italiana razzista". Lo sdegno di Mattarella

Il Consiglio d'Europa accusa forze dell'ordine e politici: xenofobia. Il Quirinale reagisce. Meloni chiede rispetto, sinistra in imbarazzo

"Polizia italiana razzista". Lo sdegno di Mattarella
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L'ultimo attacco al governo di Giorgia Meloni porta la firma del Consiglio d'Europa, organismo europeo - ma non dell'Ue -che lancia l'allarme razzismo in Italia. Le critiche sono messe nero su bianco nell'ultimo rapporto dell'Ecri, la commissione contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa. L'accusa più pesante è rivolta alle forze dell'ordine. Che, secondo il documento, farebbero «profilazione razziale» durante le attività di indagine, controllo e sorveglianza. Secondo l'organismo di Strasburgo gli addetti di Polizia «non sembrano essere consapevoli della portata del problema e non hanno considerato l'esistenza della profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale». Insomma, la polizia italiana sarebbe razzista. Un assunto non condiviso dal Presidente della Repubblica. Mattarella, infatti, telefona al Capo della Polizia Vittorio Pisani, per esprimergli lo stupore per le affermazioni contenute nel rapporto Ecri e per ribadire stima e vicinanza alla Polizia.

Eppure, Ecri mette nel mirino anche il dibattito pubblico in Italia, che sarebbe «sempre più xenofobo». La colpa? Di Matteo Salvini e Roberto Vannacci. L'organizzazione internazionale sottolinea come «un certo numero di dichiarazioni e commenti considerati offensivi e carichi di odio provengono da politici e funzionari pubblici di alto profilo». Poi arriva l'esempio. «Nel 2018 l'allora ministro dell'Interno (Matteo Salvini, ndr), nel dichiarare la volontà di procedere ad un'espulsione di massa dei Rom irregolari, ha fatto riferimento anche ai Rom in possesso della cittadinanza italiana e ha affermato: "Ma i Rom italiani purtroppo dobbiamo tenerceli a casa"», si legge ancora. Quindi è la volta di Vannacci. Il rapporto parla di «esempi recenti di dichiarazioni razziste e fobiche», contenute «in un libro pubblicato nel 2023 da un generale delle forze armate italiane».

Prevedibile la reazione da parte del governo di centrodestra nei confronti di un organismo politico, come il Consiglio d'Europa, che non fa parte delle istituzioni dell'Unione Europea. Lo stesso ente che, a marzo dell'anno scorso, aveva censurato il governo italiano, che avrebbe dato «il suo benestare a procedimenti legali volti a mettere a tacere coloro che lo criticano». «L'Ecri, organo del Consiglio d'Europa, accusa le forze di polizia italiane di razzismo? Le nostre forze dell'ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie», scrive sui social la premier Giorgia Meloni. Deciso anche Matteo Salvini, che definisce l'Ecri «un ente inutile, pagato anche con le tasse dei cittadini italiani». Il vicepremier propone di investire i fondi che l'Italia dà al Consiglio d'Europa «in pronto soccorso e ospedali». Il collega Antonio Tajani fa sapere: «Non condivido una parola di quello che hanno scritto». Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi parla di «insulti inaccettabili alle Forze dell'ordine». «Rigetto con forza le accuse alle nostre Forze dell'Ordine», dice il presidente del Senato Ignazio La Russa. «Solidarietà alle forze dell'Ordine» dal presidente della Camera Lorenzo Fontana.

Il leader di Azione Carlo Calenda si smarca: «Le critiche alle forze dell'ordine sono inaccettabili». Diversa la posizione del Pd.

Sandra Zampa, la dem vicepresidente della delegazione italiana al Consiglio d'Europa, dice: «Il rapporto non accusa le forze dell'ordine, ma sollecita le istituzioni ad abbandonare prassi come la profilazione razziale».

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